IL TROTTO LEGGERO (PRO, CONTRO, COME E PERCHE')
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L'idea di questo post la devo a Ippolita GRAZIE!
Il trotto leggero è un modo di trottare che rende la vita più facile sia al cavallo che e al cavaliere. Siccome il cavaliere ogni due falcate si alza, riesce ad assorbire meglio i “colpi” della schiena del cavallo.
Il trotto leggero è meno faticoso per entrambi ed è quindi adatto a lunghi tratti di trotto, soprattutto in passeggiata. Siccome la schiena del cavallo viene alleggerita e il movimento in avanti viene sollecitato maggiormente, si trotta leggero anche nella fase di riscaldamento. Anche nel caso di cavalli giovani, che hanno la muscolatura della schiena ancora poco sviluppata, è preferibile il trotto leggero a quello seduto.
La decontrazione si deve raggiungere all’inizio e poi deve essere mantenuta durante l’intera sessione di lavoro. Questo è più facile al trotto leggero, perché l’intera muscolatura superiore ha più possibilità di distendersi (v. questo post sulla DECONTRAZIONE)
Dicevamo quindi che per ricercare la decontrazione all’inizio si trotta leggeri e lo si fa di nuovo, ogni tanto, durante la fase di lavoro, tra un esercizio e l’altro per “ravvivare” l’andatura e rinnovare l’impulso (RITMO, DECONTRAZIONE, CONTATTO, IMPULSO, CAVALLO DIRITTO, RIUNIONE, le diverse fasi della sessione di lavoro, così come lo sviluppo corretto della muscolatura in funzione del lavoro sotto la sella, li trovate tutti nel libro “La scala di addestramento” www.addestramentocavallosportivo.it).
NON SOLO VANTAGGI
Quali sono i limiti del trotto leggero?
Al trotto leggero, a causa del continuo movimento e spostamento di peso e baricentro del cavaliere, è più difficile mantenere un contatto stabile tra la mano di quest’ultimo e la bocca del cavallo. Inoltre, quando si è “su”, non si può usare l’aiuto del peso (schiena-assetto) e di conseguenza diventa impossibile riunire correttamente l’andatura. Ecco perché il trotto leggero NON è adatto per la fase di lavoro nel lavoro in piano (non inteso come disciplina, ma come LAVORO CHE STA ALLA BASE DI TUTTO, quindi anche per i cavalli da SALTO).
Quando sento affermazioni come “io il trotto seduto non lo faccio, mi fa schifo…” o “non sono capace…” (quante volte le ho sentite da gente che fa cosiddette “gare grosse”) so di certo che quel “cavaliere” non è in grado di lavorare in modo adeguato e completo il proprio cavallo.
Il lavoro in piano non fa solo sì che il binomio sia più in sintonia e che tutto sia più bello da vedere, ma è fondamentale per il corretto sviluppo psico-fisico del cavallo e solo grazie a quest’ultimo la salute e il benessere dell’animale sono garantiti alla lunga.
Perciò io dico…se non sei capace…impara!
Tutti possono imparare tutto! E molto più velocemente di quanto ci si possa immaginare.
Diventa perfino bello poi…trottare seduti 😊
La tecnica del trotto leggero è apparentemente semplice, ma ci vuole un bel po’ per avere il necessario controllo del proprio corpo ed equilibrio per poterlo fare. Gli errori più grandi sono quelli dell’alzarsi troppo, troppo tardi o troppo a lungo.
In pratica il cavaliere dovrebbe “farsi lanciare fuori dalla sella” dal cavallo, per poi risedersi subito, seguendo esattamente il ritmo delle falcate del cavallo. Se ci si alza troppo o si resta in alto troppo a lungo, il ritmo viene disturbato e si ha l’impressione di essere sbattuti su e giù in modo poco piacevole.
In realtà il movimento che il cavaliere fa è abbastanza complesso.
Quando il cavallo “butta”, il cavaliere distende leggermente anca e ginocchio, spostando così il bacino leggermente in avanti/alto. Anche il gomito rimane flessibile, permettendo alla mano di stare nella stessa posizione, in modo da garantire la stabilità del contatto (indipendenza degli aiuti - un errore tipico è quando alzandoci alziamo anche le mani).
Il ritorno in giù è più un rilassamento dell’anca, che ci riporta dolcemente in sella. Anche qui deve essere prestata attenzione alla posizione delle mani, che deve restare invariata, senza però irrigidire i polsi (più facile dirlo………).
LA SCELTA DEL DIAGONALE GIUSTO
Quando mi devo alzare o abbassare? E’ casuale?
Ebbene no…c’è una regola. In genere viene insegnato che ci si alza quando la spalla esterna avanza (questo perché è il modo più semplice per capire quando il cavallo si trova nella giusta posizione). Ma qualcuno vi ha mai detto il perché?
Non è solo una regola inventata per avere un uniformità d’insegnamento. Come quasi tutte le cose nell’equitazione (soprattutto nel lavoro in piano) ha infatti un senso ben preciso e molto importante per il lavoro.
La spalla esterna non c’entra in questo. C’entra invece il diagonale opposto, quello che si muove in avanti nello stesso momento, ossia il posteriore interno.
Nel momento che la schiena viene alleggerita, è più facile per il cavallo portare bene sotto e in avanti il posteriore.
Nelle girate verso l’interno, o in generale con la flessione interna, il cavallo riesce a stare più facilmente in equilibrio e a flettersi meglio, se il posteriore interno è quello facilitato ad essere portato sotto al suo peso.
Se si trotta sul diagonale sbagliato invece, si ha l’effetto contrario. Per il cavallo è più difficile la flessione interna e le girate risultano meno fluide. Un cavaliere con qualche esperienza lo percepisce anche senza dover controllare il movimento delle spalle del cavallo.
Dal momento che il posteriore interno viene “aiutato”, quello esterno di conseguenza deve portare più peso.
Per questo, quando ci si trova in campagna, è buona abitudine cambiare spesso diagonale del trotto per far lavorare la muscolatura e le articolazioni in modo equilibrato.
Per cambiare diagonale del trotto basta per una volta non alzarsi nella sequenza su-giù-su-giù-su, facendola diventare su-giù-giù-su.. 😜
Anche con cavalli che hanno problemi di schiena, o riprendono a lavorare dopo qualche tempo, è preferibile il trotto leggero a quello seduto.
Invece i cavalli giovani, oltre a beneficiarne a causa dell’alleggerimento, possono essere controllati meglio. Basta infatti rallentare leggermente il ritmo del “su e giù”, per fare in modo che il cavallo trotti in modo meno affrettato. Cosa frequente nei puledri.
Questo trucco ha però i suoi pro e contro. Influenzare il modo di trottare del cavallo può infatti riflettersi in modo negativo sul ritmo. Bisogna fare attenzione che quest’ultimo sia fluido, regolare e il più naturale possibile. Il ritmo è il primo scalino dell’intero addestramento ed è quindi un pilastro portante che deve essere ritrovato (non creato) e poi mantenuto costantemente.
Se vi fa piacere potete trovare altri post sul Blog/sito web.
A presto e buona serata a tutti 😘
In foto: Beatrix di Valmarina a 4 anni ❤️