4 CAVALLI SONO 4 STORIE DIVERSE
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Se capita di montare più cavalli, magari uno dopo l'altro, il cavaliere è costretto a tirare fuori il meglio (da se...).
Ci sono cavalieri "meccanici", bravi, bravissimi, ma meccanici. Sembra una catena di montaggio. Possibilmente non c'è da occuparsi della preparazione del cavallo (perdita di tempo e fatica... se i cavalli sono tanti in effetti è così) che viene portato in campo "pronto". Il tempo stringe (più cavalli sono peggio è) e c'è da fare le cose con una certa fretta. NON è sempre così chiaramente. Ci sono casi in cui proprietari e cavalieri sono super persone comprensibili e si mettono nei panni degli altri (cavalli compresi) trovando ottime soluzioni. Ogni tanto però capita così...
Allora la fretta e l'equitazione (o qualsiasi sport che implichi un'evoluzione di qualche tipo... non me ne vengono in mente dove questo non sia necessario 🤔) non sono buoni compagni. Non può funzionare. Non si può prevedere quanto tempo serva per lavorare. Conoscendo il cavallo forse sì, più o meno, ma non con cavalli diversi.
Per comprendere meglio la situazione vi faccio un esempio pratico.
Questa mattina ho da montare:
1 puledro di 4 anni, con una base relativamente buona;
1 cavallo di 12 anni con grande esperienza sia in piano che in concorso ad ostacoli ad alti livelli;
1 cavallo di 16 anni, a fine carriera, grande esperienza in concorsi anche internazionali;
1 cavallino di 8 anni, piccolo, ma con ottimi movimenti e un buon addestramento.
Parto con il primo. Parto dall'idea che ho a che fare con un puledro. E' richiesta una certa "attenzione supplementare" (sgroppate, funghe improvvise non sono scenari così improbabili). Se necessario e possibile mi assicuro che il cavallo sia prima stato girato alla corda un pochino, su entrambi le mani, nelle tre andature. Se posso farlo io meglio perché vedo già come si comporta, di che umore è, quanto è disposto ad ascoltare cosa ecc... altrimenti poi salgo (magari mi faccio aiutare - in questa fase è importante la disciplina! L'educazione di base! Imparare a stare fermi quando si sale è importante fin da subito).
Se non ho ancora fatto riscaldamento da giù faccio almeno 10 minuti di passo...
"COMEEEE.... 10 MINUTI.... SONO TANTISSIMI se devo montare 30!"
INFATTI LAVORARE BENE IN 30 MINUTI NON E' FACILE... PRATICAMENTE E' IMPOSSIBILE... PUO' ANDARE BENE NELLE PRIME SETTIMANE DOPO LA DOMA.
10 minuti servono alle articolazioni... il liquido sinoviale si deve distribuire bene per proteggerle ed evitare fastidiosi infortuni.
Dopo penso a che cosa ho fatto fino a quel punto con quel cavallo. Che cosa ha fatto le settimane precedenti? In questo caso siamo arrivati a fare peso trotto e galoppo su entrambe le mani con una discreta regolarità. Si potrebbe pensare che è poco, ma quella REGOLARITA' è assolutamente fondamentale come base per dopo. Come prima cosa cerco quindi di ricreare quella... parto al trotto con un leggero contatto, mani vicine al garrese, ognuna dalla sua parte, vicine tra di loro e più ferme possibili. In questa fase meno facciamo con le mani, meglio è. Il cavallo deve creare un rapporto di fiducia con la mano del cavaliere. Per le transizioni uso il peso e la gamba ed eventualmente la voce. Se non c'è reazione posso intervenire leggermente con il frustino.
L'obiettivo deve essere quello di fare sempre meno (meno intervento di aiuti primari e secondari) e avere reazioni sempre migliori, più veloci e precise.
Quindi:
- regolarità nelle andature (ritmo più costante possibile soprattutto nelle girate e prima e dopo le transizioni);
- reattività agli aiuti di base (es. partire al trotto, tornare al passo, girare per cambiare direzione, ecc.).
Già "solo" questi due obiettivi sono assolutamente impegnativi. Andare a volere chissà quale esercizio o voler forzare l'impostazione dell'incollatura o cose del genere sono fuori luogo e possono essere controproducenti.
La prima cosa è ritrovare il ritmo naturale delle andature che devono essere fluide, energiche, ma non affrettate. Cercare altro rischiando di smorzare i movimenti sarebbe deleterio.
Inoltre cercherò la decontrazione. Il cavallo a questo punto inizia a conoscere il peso del cavaliere. Si fida e reagisce più o meno bene agli aiuti. Il passo successivo è quello di potersi distendere ed allungare per liberare e rinforzare la schiena e in generale la muscolatura superiore (dalla nuca all'attaccatura della coda (v. post "tensione superiore positiva"). Anche qui l'obiettivo è di riuscire a distendere bene il cavallo in tutte e tre le andature.
Questi non sono piccoli obiettivi. Sono enormi mattoni che insieme creano le fondamenta per il futuro. Niente di impressionante o con cui si vince qualche cosa chiaramente, ma l'unica via per garantire la salute fisica e mentale del cavallo, alla lunga.
"Finito" con queste cose (che ovviamente non si raggiungono in una sola volta, ma con calma in settimane o mesi di lavoro) mi accontento. Sarà passata circa un'ora, quanta minuti, o qualcosa di più... non importa.
Termino sempre con un po' di passo a redini lunghe per riportare il fiato alla normalità, per sgranchirsi le gambe, per ciodolare un po', senza impegno... questo fa bene all'anima!
Siccome il discorso è più lungo del previsto farò un post per cavallo 😅, ma alla fine capirete come l'approccio cambia, anche se di base, gli obiettivi sono gli stessi, applicati a situazioni diverse.
A presto 😘
Daniela
#equitazioneperamore