IL CAVALLO DI OGGI (training diaries)

IL CAVALLO DI OGGI (training diaries)

Qualche giorno fa abbiamo parlato del fatto che montare 4 cavalli diversi, sono 4 storie diverse. Vi ho parlato di un esempio pratico, ma poi non volevo farlo diventare un poema. Quindi eccomi qui con il secondo cavallo 😊

Invece di prendere gli esempi elencati l’altra volta, vi parlo di un esempio “fresco”, di oggi. Così sono sicura di riuscire a spiegarmi meglio e andare più in dettaglio. Il cavallo in questione lo chiameremo Mr. G (nome in codice). Ha sei anni e non ha un trascorso di gare, ma ha un lavoro abbastanza buono alle spalle. Ogni tanto ha qualche problema ai posteriori, uno in particolare, per cui qualche tempo fa, quando andavo a montarlo, avevo quasi paura a chiedergli anche solo di muoversi su una mano. Il cavallo non è mio quindi mi limito ad esprimere la mio opinione senza decidere il dafarsi (ovviamente non era così grave da non poterlo montare), ma di sicuro c’era qualcosa che non andava.
Oggi, con grande stupore, dopo qualche mese, ho notato che la situazione era migliorata parecchio! Cioè oggi stava benissimo. Così bene non lo avevo mai sentito. Felice!
Il mio compito è quello di lavorarlo in piano ogni tanto.
Ora che non c’era più il problema del “che cosa faccio, per non peggiorare la situazione…” potevo finalmente concentrarmi su un lavoro “vero” da fare.
Allora, lui è molto bravo, ha dei movimenti bellissimi (ed è così bello…particolare, ma a me piace da morire, che quasi non riesco a non continuare a coccolarlo…di una dolcezza infinita…ho decisamente un debole per lui ), ma presenta una certa rigidità nella schiena (in realtà tutta la parte superiore). Tiene quindi il collo abbastanza alto e fatica a distendersi. Ha un passo pazzesco, che ti porta via. Bisogna stare attenti solo che non diventi troppo (cosa assai rara…di solito è il contrario!). D’inverno è un peperino…se lavora poco è sempre pronto a fare sgroppatine di qua e di là…e bisogna stare un po’ attenti, ma ora, con il clima mite, sembra un altro cavallo. E’ morbido e risponde bene agli aiuti. Una cosa che invece non ama è stare fermo! Su questo lavoreremo più avanti.

Per il momento mi interessa che invece che guardare troppo in giro e affrettare il passo alzando l’incollatura, stia concentrato su quello che fa con me, fin da subito. Obiettivo: farlo distendere in avanti e in basso, mantenendo il passo più regolare possibile. Tra le cose, finché non si rilassa e si distende, il passo, anche se sembra buono, non propaga la spinta nel modo dovuto in avanti, verso la mano. In questo modo invece che andare bello dritto, tende a barcollare un pochino a destra e sinistra.

I primi minuti di passo quindi sono dedicati alla ricerca della “pace interiore” (mi viene in mente il maestro Shifu - o come si scrive - di Kung Fu Panda…). Come? Stando su circoli o volte, richiamandolo all’attenzione frequentemente con mezze fermate, subito dopo cedere per fargli capire che la via in avanti e in basso è “libera”, cambiare di mano, insomma fare qualunque cosa lo possa distrarre dall’ambiente circostante e che mi permetta di “chiedere e lasciare” (stare su circoli è l’ideale). Dopo pochi giri il passo diventa più regolare, lentamente si rilassa, si concentra, inizia a sbuffare (dio quanto è dolce quando lo fa…ha anche una voce dolce) e infine cerca il basso e si allunga in avanti. Ancora non resta in quella posizione, ma lo fa sempre di più e sempre più a lungo.

Anche la direzione migliora di conseguenza! Tirando in avanti adesso va più dritto, senza che io debba continuamente corregerlo.

Ora partirei al trotto, ma prendendo le redini in mano si irrigidisce nuovamente. E’ abituato che non appena si prendono le redini in mano…via…si parte!! E invece no… fregato… rimango al passo, con le redini in mano e un buon contatto, leggero, con i gomiti che seguono il movimento basculante dell’incollatura. Continuo con i miei circoli, volte, serpentine, cambi di mano, fino a quando nuovamente si rilassa e si mette in una posizione più rilassata e comoda.

Ora posso partire (sono passati circa 10 minuti - perfetto! Il tempo che ci vuole dopo il box perché le articolazioni, siano pronte “all’uso” senza rischiare deterioramento). Avviso con una mezza fermata, parto tranquilla. Anche al trotto vige la calma. Ora non mi sembra agitato, ma gli faccio capire fin da subito che si “lavora”: disciplina, linee precise, angoli eseguiti come si deve (c’è un post sia per questo argomento, che per le mezze fermate, che per la “tensione superiore positiva” - li trovate sul Blog) ecc.

Al trotto è rilassato fin da subito, si porta dietro il lavoro fatto al passo, sbuffa dopo un solo giro, inizia a volersi distendere, rimanendo al trotto regolare. Super! Glielo permetto, ma sto attenta alla direzione. Un posteriore mi scappa all’interno, fatica a stare dritto sulla pista e si “toglie” un po’ da un angolo. Cerco quindi di “imitare” una spalla in dentro (v. Post), senza richiederla davvero, ma impostando la spalla in direzione del posteriore. Continuo a fare circoli. Anche qui fatica a tenere la linea corretta, sbanda. Queste sono le noiosissime cose su cui lavorare! Già… Il lavoro sta proprio nel limare i dettagli. Ogni dettaglio! Anche qui continuo, senza però perdere il ritmo e la decontrazione, a correggere la direzione e ad “aggiustare” la spalla o il posteriore.

Sui lati lunghi chiedo di allungare le falcate. La prima volta poco, faccio solo capire che si va “in avanti”. La seconda un po’ di più e così via. Attenzione a non esagerare. Il cavallo deve essere pronto fisicamente per affrontare l’allungamento. Un cavallo giovane, con poco lavoro, non lo è. Se si esagera si rischia di fare perdere il ritmo e alla lunga questo può portare ad un irregolarità nell’andatura.

Dopo che le linee mi sembrano migliori, il costato e l’incollatura sono sempre più flessibili grazie al riscaldamento e alle flessioni a destra e sinistra (non forzate, ma date dal lavoro in circolo) e in generale ho una sensazione di armonia e scioltezza, faccio una breve pausa al passo a redini lunghe (se necessario ripristino quel buon passo di prima).

Poi la stessa cosa al galoppo. Solo che inizialmente sto in assetto leggero (non troppo fuori dalla sella, ma senza pesare sulla schiena) e lo faccio veramente galoppare sulla pista (il campo è molto grande e sembra quasi una pista). E’ importantissimo che i cavalli possano veramente usare il loro potenziale, senza andare sempre ad andature chiuse e controllate. Cioè… il controllo ci deve essere, per la nostra sicurezza, ma se c’è la decontrazione non è un nostro problema. Il cavallo sarà al 100% con noi e non gli passerà nulla di strano per la testa. Non temere di galoppare insomma! La passeggiata è l’ideale per questo, in campo si può solo simulare un vero galoppo, ma è meglio di niente.

Anche qui il cavallo ha la possibilità di distendere bene la schiena e di usarla veramente, facendo passare la spinta dei posteriori in avanti, senza blocchi e senza peso (del cavaliere). Lui però inizia ad alzare il collo, mette le orecchie indietro, sembra avere qualche fastidio. Ci vuole qualche giro prima che con mezze fermate e un po’ di vero rassicurante inizia a rilassarsi anche al galoppo e a volersi distendere bene, continuando con la sua bellissima falcata a muoversi in avanti.

Cambio mano, idem! Ci vuole qualche giro, ma ci arriviamo. Senza troppa fatica, mi basta qualche circolo, poi di nuovo sulla pista, chiedo e lascio, mezza fermata e cedo, con la mano interna vado leggermente in avanti, nella direzione desiderata e lui… dopo un po’, capisce… e segue l’indicazione.

Dopo il galoppo torno ad un trotto, bello, ampio, pieno di energia e con la schiena completamente sciolta. La potenza del posteriore si sente tutta. Sembra di volare! Sfrutto l’occasione per fare ancora qualche apertura, allungando le falcate un paio di volte, per poi tornare al trotto di lavoro (sempre su entrambe le mani). Poi carezza e passo (rientra bene con i posteriori e si “siede” quasi, rallentando praticamente da solo, basta una leggera richiesta a redini ormai lunghe e il fatto che io mi sieda in sella con delicatezza.

Un amore. ❤️

Ora sarebbe pronto per lavorare. E’ passato un bel po’ di tempo però e pensando al fatto che ci sono stati problemi in passato, preferisco terminare qui per oggi. So che avrei concluso solo la fase di riscaldamento, ma all’inizio (e qui si tratta praticamente di un nuovo inizio) è sufficiente e sono già contenta del risultato. Non sempre si riesce ad arrivare al quel grado di disponibilità, decontrazione e generale positività.

Sono proprio contenta e ora che è così, e se non si esagera, dovrebbe rimanere così, basta aumentare leggermente il lavoro di volta in volta, facendo piccolissimi passi, senza mai tirare troppo la corda (anche se è bravo e ti verrebbe da fare di più) e migliorerà molto velocemente. Non vedo l’ora di scoprire cosa riusciremo a fare…

Alla prossima 😘

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