CHE COSA S’INTENDE PER IMPULSO?

03 ottobre 2019

Buonasera a tutti!

Di seguto la risposta alla domanda # 4 del QUIZ che era pubblicato fino a poco fa.

Se non avete fatto/visto il quiz non importa. L’argomento riguarda tutti.

Risposta breve:

Si intende per impulso l’attività energica e la spinta generata dai posteriori. Questa energia viene trasmessa in avanti, attraverso la schiena del cavallo, per poi essere “accolta” nella mano morbida del cavaliere, dalla quale “torna indietro” ai posteriori. Quando si genera impulso al trotto e al galoppo, il ritmo dell’andatura rimane invariato, quindi le falcate non risultano più affrettate, ma guadagnano in ampiezza. Quando si ha impulso e la giusta elasticità della schiena, il cavaliere riesce a stare seduto perfettamente e il cavallo lo “porta con se” nei movimenti.

In pratica, a me piace spiegarlo così:

Intanto l’impulso è uno dei punti della scala di addestramento, secondo quale ogni cavallo andrebbe lavorato, fin dall’inizio (v. libro “La scala di addestramento” QUI). Di preciso arriva dopo il ritmo, la decontrazione e il contatto.

Oberst A.D. Paul Stecken (*1916- †2016 - uno dei fondatori storici di quello che sono ancora oggi le nostre linee guida dell’equitazione) diceva:
Il e tre cose fondamentali sono sempre:

1. Schiena sciolta;
2. Accettazione dell’imboccatura e ricerca di contatto da parte del cavallo (in avanti e verso il basso);
3. Arrivare a poter mettere le gambe!

Prima che il cavallo non accetti correttamente l’aiuto della gamba “non si può pensare di migliorare qualcosa”.

Questo ci conferma che per poter arrivare a generare impulso abbiamo bisogno di lavorare prima sulle basi (ritmo-decontrazione e contatto). Il contatto, come sappiamo, non viene creato dalla mano (non parte da davanti), ma si crea da dietro, quindi da questo momento in poi il cavallo imparerà ad accettare e a comprendere gli aiuti della gamba, in preparazione a quello che poi ci porterà all’impulso.

I punti della scala sono tutti connessi tra di loro e si fondono un po’ alla volta.

Inoltre, c’è da dire che l’impulso esiste soltanto al trotto al galoppo, perché significa appunto la spinta verso l’alto, con la quale i posteriori si staccano da terra, facendo “balzare” il cavallo “per aria” per una frazione di secondo. Sia al galoppo che al trotto, infatti, si ha una piccola fase di sospensione. Più impulso c’è, più questa fase di sospensione sarà evidente.

Il passo, invece, è una semplice sequenza di passi, in cui conta più l’impegno del posteriore e la sua capacità di essere portato in avanti (innata), che non quanto questo si stacchi da terra. Questo è il motivo principale per cui si possono migliorare molto il trotto e il galoppo, mentre il passo non è migliorabile. E’ solo possibile riportarlo alla sua naturale qualità (inizialmente il peso del cavaliere e il mancante equilibrio potrebbero renderlo peggio di quello che è). Quindi ci sembra di avere un miglioramento, quando in realtà abbiamo solo ripristinato ciò che la natura aveva dato al cavallo.

Il trotto si può migliorare del 400%. Grazie ad un lavoro fatto bene, il cambiamento può essere pazzesco. Ci sono cavalli che per natura hanno un trotto abbastanza piatto ed insignificante. Sappiate che la cosa può essere migliorata di molto!

Il galoppo può essere migliorato del 200%. Meglio di niente. Anche qui, grazie ad una sempre maggiore elasticità, alla risoluzione progressiva della naturale asimmetria e allo sviluppo ideale della muscolatura (=più forza propulsiva e portante) le falcate saranno sempre più belle ed espressive.

Quindi, una volta creata la base durante il primo anno di addestramento (v. anche libro “L’addestramento di base del cavallo sportivo” QUI), si può iniziare a pensare di TRASFORMARE letteralmente il cavallo. Da qui in poi avviene la magia. Da qui in poi possiamo tirare fuori (e allo stesso tempo scoprire) il vero POTENZIALE del nostro cavallo.

Molte cose si possono vedere fin da subito (morfologia, carattere, gesto sul salto, meccanica di base dei movimenti), ma da qui in poi sarà una continua scoperta e si possono avere grandi sorprese! Una grossa parte del successo è dovuta sicuramente alla capacità del cavaliere di comprendere e rispettare l’indole del cavallo e di tenere alta la sua motivazione.

Un’altro fattore fondamentale è la volontà del cavallo di collaborare e di “metterci del suo”. Ci sono cavalli meno “dotati” che hanno un grande cuore. A volte è proprio questo a fare la differenza. Sempre se non viene distrutto durante il percorso di addestramento.

Altra cosa: Per valutare un buon trotto non guardate quanto il cavallo butta per aria gli anteriori, quindi, toccandosi quasi la bocca. Quello non è impulso. E' una libertà estrema della spalla, buona per carità, ma non importante per la valutazione dell'impulso. Se c'è solo il gesto davanti, ma i posteriori sono quasi trascinati e la schiena è bloccata, non è stato raggiunto l'obiettivo. Fa solo un po' di scena.

Sento che mi sto dimenticando qualcosa 😅, ma intanto vi lascio così.

Mi sono un po’ dilungata… come sempre!

Scusatemi… ma è così difficile separare gli argomenti! Bisogna sempre contestualizzare per dare un senso alle cose a mio avviso. Pensate se avessi risposto solo con la prima frase (sufficiente per l’esame da cui avevo preso spunto in Germania). Vi sarebbe rimasto un enorme punto di domanda credo…

Buona serata a tutti!

Un abbraccio,
Daniela

#equitazioneperamore

PS: Voi cosa avevate risposto?  Sono curiosa…





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