CHE COSA SIGNIFICA “LAVORARE BENE”, IN EQUITAZIONE?!

28 agosto 2018

Che cosa si intende esattamente per "fare bene" quando parlo di equitazione? S’intende (o si dovrebbe) il piano! Ognuno dovrebbe avere un programma secondo il quale è organizzato il lavoro con obiettivi a lungo termine e con piccoli obiettivi. Ne abbiamo parlato anche recentemente, in occasione dello stage.
Inoltre dovrei lavorare secondo quanto prevede la scala di addestramento, se voglio avere dei risultati concreti e visibili.

Quello che voglio dire è che "fare bene" NON può essere:

SALGO, FACCIO DUE GIRI E POI PARTO A TROTTARE, GALOPPARE, SALTARE (o quello che è) oppure...
SALGO, FACCIO "RISCALDAMENTO" (senza avere la più pallida idea di che cosa sia esattamente, di come, quanto e perché dovrebbe essere fatto) E POI GIRO A CASO, FACENDO UN PO' QUELLO CHE VIENE...

Certo, è meglio che tenere il cavallo fermo completamente. Quindi ci possono essere dei giorni "in scioltezza", dove decido di non pensare a nulla, solo di farmi portare in sella e divertirmi/ci... mica deve essere uno stress 

Però, quello che voglio dire, è che se voglio lavorare in modo costruttivo, migliorare qualcosa o raggiungere obiettivi che mi sono prefissato, devo fare di più. Non di più in termini di tempo, non serve a nulla ripetere all’infinito gli esercizi o prolungare il lavoro per ore. Nemmeno in termini di difficoltà. Si procede step by step, senza fretta e senza esagerare, ma per avere un’idea di che cosa significa step by step, devo conoscere gli step. Inoltre devo saper interpretare i “segnali” che il cavallo mi da, per capire a che punto mi trovo e quali sono i punti deboli del binomio. Se non riesco ad identificare i “problemi” o peggio, sbaglio nel giudizio dando la colpa a cose che non c’entrano nulla magari, non potrò mai migliorare veramente.

Non c’è nemmeno da disperare e pensare “oddio… non riuscirò mai… ci vuole un esperto…”. Non si tratta di nulla di così difficile. Tutto si può imparare. Con il tempo l’occhio e in generale i nostri sensi si affinano, si abituano e imparano a riconoscere i vari indizi. Osservando il cavallo in libertà, quando si muove in scioltezza, si imparano moltissime cose.

Una cosa fondamentale è quella di pensare ad arrivare a “far muovere il cavallo così anche quando è sotto alla sella”. Ritrovare la naturalità nei movimenti è la prima cosa ed è fondamentale. Onestamente quanti cavalli vedete abitualmente, che sotto al cavaliere hanno movimenti ampi, sciolti ed energici come quando sono liberi? Quanti cavalli hanno un’espressione in viso attenta e curiosa, partecipe e con le orecchie rivolte in avanti, ma che reagiscono a voce o aiuti del cavaliere, muovendosi di tanto in tanto. Queste sono solo alcune piccole cose alle quali il cavaliere dovrebbe prestare attenzione, così come l’istruttore.

La cosa che subito tutti vogliono, non me lo spiego, è di avere il cavallo CHIUSO. Già questo termine mi fa venire i brividi. Che vuol dire chiuso? 
“Accorcia quelle redini, chiedi di più, fai qualcosa, insomma fagli abbassare quella testa e mettilo in mano.”
Aiuto…

Bene, a tutti piace vedere un cavallo “negli aiuti”, composto, montato bene, con il cavaliere seduto bene, che da aiuti impeccabili e di conseguenza fa sì che il cavallo assuma un portamento regale, elegante, dove l’incollatura è bella rotondo. Qual’è quindi il problema?
Il problema è che non si ha la più pallida idea, nel 95% dei casi, di che cosa significhi arrivare fino a lì. Non è una cosa che fai così, in due minuti, senza preparazione (di mesi/anni). Se invece così fosse, o il cavallo è già molto ben lavorato e quindi fisicamente pronto a questo tipo di richieste, o NON ha nulla a che fare con il reale portamento che si vuole avere, ma si ha un’immagine sfalsata della realtà, forzata e innaturale, che mette in primo piano il collo, la nuca, l’imboccatura, quando il focus dovrebbe andare del tutto sui posteriore (il motore del cavallo) e sulla schiena (la centrale del movimento).

Dopo questo piccolo sfogo…  scusate, ma mi rendo conto ogni volta che vado in una qualsiasi scuderia, che queste cose (apparentemente logiche) sono sconosciute, fraintese, vengono dimenticate o che so io…in ogni caso non si possono mai ripetere abbastanza…

Quindi, per concludere, LAVORARE BENE significa avere un’idea vera di quello che si sta facendo, secondo i principi anatomici del cavallo e secondo le esperienze decennali della cultura equestre internazionale, riassunto in quella favolosa cosa chiamata “scala di addestramento”.

Ho appena ricominciato a lavorare con Layla, dopo la pausa vacanze… e come prima cosa ho fatto di nuovo il punto della situazione. Una pausa implica un cambiamento inevitabile. Muscoli, fiato e tutto il resto sono stati fermi, senza sollecitazione. Non posso pensare di ricominciare da dove ero arrivata la volta scorsa, prima della pausa. Ho ricominciato con un lavoro leggero alla corda, domani la monto. Cerco di alternare il più possibile, per tenere alta la motivazione e non far diventare mai noioso il lavoro. Poco, ma vario. Poi, con calma, sempre di più. Questa è la formula che funziona meglio.

Un esempio:

Settimana 1:

- Lavoro alla corda leggero, senza redini di ritorno (con sella o fascione e testiera - SEMPRE);
- Giorno libero
- Lavoro in piano con sella da dressage (focus du decontrazione e contatto, lavoro su transizioni)
- Giorno libero
- Lavoro in piano con cavalletti e barriere
- Giorno libero
- Lavoro su piccoli salti singoli e in sequenza

Settimana 2:

- Lavoro alla corda con redini di ritorno (dopo il riscaldamento)
- Giorno libero
- Lavoro in piano con sella da dressage (decontrazione, contatto, transizioni e qualche movimento laterale semplice)
- lavoro alla corda con cavalletti o barriere
- Lavoro su salti (percorso)
- Giorno libero
- Lavoro in piano (ripresa semplice- lavoro senza staffe)

La difficoltà aumenta lentamente, così come l’intensità, poi vedo come adattare il piano se mi accorgo che è troppo. Se al contrario mi sembra di chiedere poco, non aumentare la mole di lavoro. Cercare solo di fare ancora meglio, con più precisione, le cose. Il recupero ci deve essere SEMPRE. Il cavallo deve avere la possibilità di metabolizzare il lavoro fatto, di riposare e la muscolatura cresce in fase di RIPOSO, non durante il lavoro. Senza riposo, niente muscoli 

Un abbraccio!
 😘
Daniela

#equitazioneperamore





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