GLI AIUTI IN AVANTI

21 luglio 2020

Quello che segue è un estratto di un piano di allenamento che ho scritto di recente. Ho pensato che ogni tanto potrei condividere qualche ”pezzo”

PERCHÉ SONO COSÌ IMPORTANTI GLI AIUTI IN AVANTI

Mi sono soffermata sul come intervenire per avanzare perché le persone pensano troppo a chiudere e a riunire, quando la prima cosa a cui pensare sarebbe quella di “aprire” le andature.

Anche la semplice andatura di lavoro dovrebbe essere un po’ più di quello che il cavallo ci darebbe, di suo. Quindi mentre penso alla regolarità delle falcate penso anche ad avanzare per bene!! Non ad affrettare, attenzione. Le falcate non devono diventare più veloci e corte, ma più ampie (grazie all’assetto e agli interventi giusti). Devo sentire il motore che da dietro mi trasporta in avanti.

Gradualmente devo evolvere le andature e arrivare al medio (trotto e galoppo). Non appena il cavallo è bello sciolto e rilassato penso subito a fare qualche lato lungo in avanti (il più possibile). Significa che devo capire qual’è il limite del mio cavallo, in quel momento. Se è troppo il cavallo farà errori di ritmo o affretterà. Non devo arrivare a quel punto, ma fermarmi appena prima.

Dopo un paio di volte, giorni o settimane, dipende... il limite cambierà. Il cavallo potrà avanzare molto più di prima, senza “perdersi”.

Passerò dal trotto o galoppo di lavoro ad un graduale allungamento delle falcate fino al medio (per il medio ci vogliono 1-2 anni se si parte da “zero”). Calcola quindi che l’evoluzione è relativamente lenta, ma che qualche cambiamento prima o poi si deve notare e si noterà solo se si prova a spingersi un po’ oltre ciò che siamo abituati a fare, anche a costo di osare un po’, ogni tanto.

Tra l’altro, queste transizioni in avanti, belle decise, con successivo ritorno all’andatura di lavoro, prima dell’angolo, aiutano ad avere più controllo sul cavallo, al contrario di ciò che si potrebbe pensare. “Come, lo faccio avanzare... caso mai mi scappa via ancora più di prima?!?!?” No! Spesso chi non ha il controllo sul cavallo evita di usare gli aiuti, ma sbaglia. È usandoli che il cavallo sente la nostra presenza e la nostra leadership. La vicinanza della gamba, per esempio, da sicurezza e tranquillizza il cavallo, con il tempo.
Nelle riprese, anche le più semplici, ci sono già gli allungamenti delle falcate sulle diagonali. Quindi questo è un lavoro che va fatto fin da subito.

Inoltre, avanzare ci serve per riuscire a rendere dritto il cavallo. È avanzando che porto, quasi inconsapevolmente, il cavallo a stare in asse. Faccio si che i posteriori vadano a finire nella scia dei rispettivi anteriori. Il concetto è un po’ come quando si va in bici. Se stai fermo o avanzi poco barcolli e vai via storto. Se avanzi in modo più deciso è più facile mantenere l’equilibrio e andare via dritti.

Infine, spingerai il cavallo “nella tua mano”. Il cavallo potrà trovare un contatto stabile (cosa che non può fare se non c’è motore!). Un cavallo veloce non è necessariamente un cavallo montato in avanti. Non interessa la velocità, ma la spinta, l’impulso, l’attività del posteriore che si flette bene e che viene portato bene in avanti e sotto al baricentro del cavallo.

 

Per il momento è tutto :)

 

A presto!

Un abbraccio grande,

Daniela

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E che presto tutti torna alla normalità 🙏
#andratuttobene





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