IL CAVALIERE ETICHETTATO

01 marzo 2018

La prima domanda che mi viene spesso posta è:
"Che cosa fai tu con i cavalli? Salti? Dressage?"
Fino a poco fa rispondevo: "Entrambi". Ma mi sono accorta che non è una risposta sensata. E nemmeno la domanda andrebbe posta in questo modo.
Anche se ho 30 anni e mi considero abbastanza giovane, credo di fare parte di un concetto vecchio di equitazione, anche se sto cercando di reinterpretarlo e di adeguarmi ai tempi, ai cavalli e ai ritmi dello sport di oggi (per quanto possibile). Non voglio restare indietro o trattenere qualcuno dal progresso, anzi. Un tempo, per come la vedo io, il cavaliere era inteso come persona in grado di gestire ogni genere di cavallo, in più situazioni possibili, comprendendone l'indole e riconoscendone il potenziale, in grado di lavorare in modo adeguato per tirare fuori il meglio dal proprio cavallo. La base di tutto è chiaramente il dressage (inteso come addestramento). Sia cavallo che cavaliere dovevano avere una solida base, senza la quale non si andava da nessuna parte. Con il tempo poi c'era chi si specializzava nel salto a ostacoli o in altre discipline, ma senza dimenticare quali erano le proprie radici.
Oggi è molto diverso. Si pretende di avere direttamente dall'allevatore un cavallo "da salto" o un cavallo "da dressage" senza doversi più di tanto preoccupare del lavoro perché tanto la genetica c'è e quindi il come non importa più tanto, basta che ci sia il movimento (dressage) e la potenza/tecnica (salto) ecc.
Secondo me le due cose non andrebbero così distinte. I cavalli sono sì allevati sempre meglio per rispondere anche alle esigenze più elevate, ma la stragrande parte delle persone non compete a livelli altissimi e quindi sarebbe sufficiente partire da una buona base, in modo da gestire un qualsiasi cavallo e da sapere che cosa si sta facendo e perché, in ogni momento.
Non va bene l'idea del "mi siedo su, faccio quel che mi viene meglio e piace di più e se non ho subito il risultato desiderato...via il cavallo, avanti un altro".
Non ci sono più persone in grado di montare bene. Solo pochissime. Si è completamente perso lo spirito equestre. Anche chi fa dressage dovrebbe essere in grado di affrontare bene un percorso di base ad ostacoli, così come saper gestire il cavallo in campagna. Ognuna di queste esperienze, così diverse tra loro (senza parlare del volteggio che andrebbe, nel caso ideale, praticato come propedeutica all'equitazione), danno un qualcosa in più che, se ignorato, è motivo di gravi lacune nell'esperienza equestre.
Quindi quando mi chiedono che cosa faccio... mi mettono in difficoltà. Ho sempre pensato che una risposta sincera non sarebbe stata compresa...quindi che importanza aveva.
Mi sono decisa solo ora di cambiare e di fare fronte a quel che inevitabilmente porterà a discussioni, disaccordi ecc.

Ci ho pensato a lungo e una risposta potrebbe essere questa:
"Quando lavoro con le persone cerco di trasmettere l'essenza dell'equitazione classica, senza saltare alcun passaggio, a partire da una solida base in piano e di conoscenza teorica, per poi passare ad altro. Il tutto senza preconcetti. Non ha senso mettere dei limiti là dove forse non ce ne sono. E' sorprendente quanto potenziale hanno le persone (chiunque) se messe nelle giuste condizioni."
Per quanto riguarda i cavalli invece:
"Il lavoro che faccio con il cavallo potrebbe essere paragonato a quello di un personal trainer o di un preparatore atletico. Non mi limito a lavorare in piano o sui salti. E' un concetto molto più ampio. Indipendentemente dal cavallo, dalla sua età e dal suo grado di preparazione, cerco di capire quali sono i passaggi che sono stati "saltati" o più spesso "ignorati" durante l'addestramento di base. Cerco di capire quale tipo di lavoro è abituato a fare e quali sono le probabili lacune e in base a questo traggo le conclusioni preparando uno schema di allenamento vero e proprio (scritto), diverso per ogni cavallo e situazione (e rivisto di volta in volta). Mi pongo degli obbiettivi. Prima vanno risolte le lacune. Il problema qui non sono gli esercizi che il cavallo sa o non sa fare, ma molto di più la sua condizione fisica e mentale.
Chi ha letto il mio libro sa che cosa intendo ("La scala di addestramento- L'ABC dell'equitazione").
Il problema di un addestramento sbagliato o "incasinato" è che il fisico si evolve in modo non equilibrato e lo spirito del cavallo deve essere compreso e stimolato in modo corretto. Questa è la parte che amo di più e anche la più difficile. Se si comprende l'indole del cavallo, si è a metà strada...
E non intendo il cavallo in generale. Ognuno di loro è diverso, come lo siamo noi. Ognuno di loro risponde diversamente agli stimoli e impara a modo suo. Sta a noi comprenderli.
La muscolatura, le articolazioni, i tendini e i legamenti, vanno preparati in modo graduale e corretto, se non si vuole incorrere in brutte sorprese più avanti.
Purtroppo pochissimi cavalli, di quelli che ho montato o osservato negli anni, ha goduto di una preparazione completa. I movimenti non sono fluidi, ci sono rigidità multiple, l'occhio è spento o è andata persa quella "voglia di fare" che fa di un buon cavallo un super cavallo. Lì per lì sembrano dettagli poco importanti, ma il modo in cui si lavora giornalmente influenza in modo radicale e spesso permanente lo stato fisico e mentale del cavallo."

Quasi tutti i mali sono causati da un lavoro scorretto che alla lunga si ripercuote sulla salute.

In effetti sarebbe impossibile dare una risposta così 😅 soprattutto se si va di fretta 😂😂

Riassunto:

1) Il cavaliere deve avere una formazione tradizionale/completa;
2) Il cavallo va preparato fisicamente e mentalmente in modo da riuscire a mantenere uno stato di salute mentale e fisica eccellente in ogni momento, indipendentemente dalla disciplina praticata.

Chiamatemi "PHT - Personal Horse Trainer" se volete 😂😂
😂
Ecco questa mi va bene come "etichetta" se proprio bisogna darne una per essere "identificati".

Molti mi stanno chiedendo quando uscirà il prossimo libro 😱
Vi anticipo che stiamo lavorando al prossimo progetto che non è propriamente un "libro", ma qualcosa di estremamente utile a mio avviso...speriamo.
Subito dopo è in previsione la stesura del libro #2 che sarà una sorta di seguito del primo, nel senso che andrà più nello specifico con diversi esercizi e metodi di lavoro per affrontare il primo anno di addestramento (non vale solo per puledri appena domati, ma riguarda quasi tutti i cavalli che dimostrano di avere qualche "lacuna" nel lavoro).

A prestissimo e grazie a tutti per i messaggi e i feedback estremamente positivi e incoraggianti riguardanti il libro ❤️

Nevica anche da voi ???❄️❄️❄️☃️

#traininghorses_personaltrainer
#winterwonderland
#books #workinprogress





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