IL CAVALLO CADE SULLA SPALLA INTERNA (IN CURVA) E TAGLIA GLI ANGOLI

IL CAVALLO CADE SULLA SPALLA INTERNA (IN CURVA) E TAGLIA GLI ANGOLI

ìQuesto problema mi è stato proposto da una persona che mi ha chiesto un consiglio. Il suo dubbio è nato perché in equitazione esistono teorie diverse e, se pur utile ascoltare, studiare, provare diversi sistemi, a volte si può creare della confusione quando si hanno troppe informazioni a disposizione soprattutto se queste sembrano in parte contrastanti.

Oggi proverò a esprimere la “mia” teoria a riguardo:

Non ritengo utile un approccio di tipo PROBLEMA-RIMEDIO-PROBABILE SOLUZIONE, ma piuttosto PROBLEMA- ANALISI DI QUALE PUO’ ESSERE L’ORIGINE DI TALE PROBLEMA-RIPASSO DELLE BASI-SOLUZIONE (AUTOMATICA DOPO AVER RISOLTO I PROBLEMI SECONDARI).

Quindi se il problema è che il cavallo in curva “cade” sulla spalla interna e quindi anche negli angoli, facendoglieli tagliare, mi viene in mente subito una distribuzione non equilibrata del peso in generale.

Bisogna tornare indietro e capire qual’è il punto che nell’addestramento è stato tralasciato o poco curato.

Seguono una serie di questioni:

1. Il cavallo ha avuto la possibilità di abituarsi al peso del cavaliere in tutte le andature nel modo migliore? (Questa domanda potrebbe sembrare assurda, ma qui nascono molti problemi che dopo vengono erroneamente attribuiti ad altri fattori). Per esempio viene sottovalutata l’importanza di fare 10 minuti di passo a inizio lavoro con le redini più lunghe possibili. Si pretende di portare in una certa posizione l’incollatura, intervenendo con la mani e cercando di aggiustare il cavallo come meglio ci pare. Non c’è nulla di più sbagliato in questo. Il cavallo deve aver avuto modo di muoversi “liberamente” sotto di noi alle tre andature. Guarda in fuori, ci sembra storto? Lo è! Ovviamente! Ha imparato a tenersi in piedi con noi, ma questo non significa aver raggiunto l’equilibrio totale. E a questo punto non ci importa. Quindi se vi trovate all’inizio, se avete un cavallo giovane o che lavora da poco e raramente non c’è nulla di strano. Tutto il resto si costruisce con molta calma. Nel libro che sta per uscire questi step saranno descritti nello specifico. E’ un percorso lungo che richiede pazienza ed esperienza. L’equilibrio è questione di anatomia e di allenamento. Dovrete affrontare il lavoro come se foste dei “personal trainer” del vostro cavallo. Se inizierete ad analizzare le cose da “allenatore” inizierete a chiedervi quali sono i meccanismi anatomici che portano ai movimenti, al portamento e alle prestazioni che vogliamo raggiungere.
2. L’equilibrio primo è quello di base, naturale. Impara a muoversi sotto di noi, ma non cambia il suo modo di muoversi. Anche in libertà presenta infatti delle asimmetrie. Il cavallo va reso “diritto” con l’addestramento per correggere la sua naturale asimmetria rispetta alla sua asse longitudinale. Quindi in curva, in libertà o alla corda noterete (come in foto) che il cavallo pesa sulla spalla e particolarmente su quella interna. La testa si alza e il collo si sposta per controbilanciare questo fenomeno. Il “secondo tipo di equilibrio” è infatti quello che bilancia l’intero asse longitudinale che va dalla nuca all’attaccatura della coda. L’equilibrio “davanti-dietro” per capirsi. Per natura il cavallo pesa di più sull’anteriore. Questo è dovuto al rettangolo corpo-arti che viene “messo in crisi” dalla grande testa e dall’enorme collo. Il peso di collo e testa incidono molto sul davanti. Dicevamo che rendere il cavallo dritto (v. CAPITOLO “CAVALLO DIRITTO” nel libro “La scala di addestramento - La chiave dell’equitazione”) è uno degli obiettivi dell’addestramento. Un altro è quello di spostare passo per passo il peso dalla parte anteriore a quella posteriore. Questo percorso troverà la sua massima espressione con l’ultimo punto della scala di addestramento (la RIUNIONE).
3. Il lavoro giornaliero deve avere come componente fisso una serie di esercizi che portano il cavallo a portare più peso con i posteriori. In questo modo lentamente si svilupperà la giusta muscolatura (necessaria per sostenere effettivamente e sempre più a lungo il peso). Con il tempo anche le articolazione saranno sempre più abituate e pronte a questo nuovo “assetto” e potranno contribuire con il sostengo del peso. I posteriori, per portare il peso, devono “spostarsi sotto” al cavallo. Di conseguenza la groppa risulterà leggermente più bassa e le spalle sembreranno meno pesanti e lo saranno. Gli anteriori saranno ora in grado di muoversi liberamente e anche l’incollatura ci sembrerà più rilevata, più imponente. Tutto prenderà forma. Descritto così in un paio di righe mi rendo conto che possa sembrare un casino.
4. Il problema qual’è? Che per poter arrivare a tutto questo bisogna che gli altri passaggi come RITMO, DECONTRAZIONE e CONTATTO siano stati affrontati ancora prima di ricercare una “chiusura” del posteriore. Prima infatti bisogna pensare solo ed esclusivamente IN AVANTI!!! E parlo dell’intero primo anno di addestramento se non di più… per questo dicevo che il percorso è lungo. Bisogna aver seguito passo passo il percorso senza mai perdersi o fermarsi e solo allora, dopo molti mesi, si avranno i risultati ricercati. Se così non fosse tutto è normale. Allora c’è da ricominciare da capo e da ripassare ogni punto con la dovuta costanza. Lo sviluppo muscolare del posteriore in primis infatti non avviene grazie alla chiusura e al “portare peso”, ma allo sviluppo del giusto impulso in avanti. Ci vuole spinta! Motore!

Se tutto questo c’è… se il cavallo si muove bene con il cavaliere, è in lavoro da qualche tempo, la decontrazione è PERFETTA e viene ricercata tutte le volte al 100% e se anche a livello di ritmo e contatto non ci sono problemi, allora ci sono le basi per creare impulso. Solo dopo che anche questo migliorerà, si potrà pensare di migliorare la distribuzione del peso inteso come equilibrio di tipo 2 (“davanti-dietro”).

Nei POST “la mezza fermata”, “la decontrazione”, “il mio cavallo è rigido/non si flette”, “il mio cavallo è pesante sulla spalla” (li trovate qui nel BLOG) troverete qualche altra risposta inerente agli aiuti e agli esercizi accennati prima. Ovviamente non posso scrivere tutto quello che ci sarebbe da dire in un unico post, ma è un inizio.

E’ importantissimo capire come ogni “problema” di solito ha le sue radici da tutt’altra parte. Intervenire con mani e gambe per correggere sarebbe come prendere un’aspirina 😂. Difficilmente potrà essere una soluzione definitiva e soddisfacente…

Vi auguro una stupenda serata e grazie per l’idea CHIARA ❤️

A presto! 😘

Daniela

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