IL CAVALLO PERDE IMPULSO SUL LATO CORTO 🐴

11 dicembre 2018

Mi è stato chiesto un consiglio su come potrebbe essere affrontato questo problema. Il cavallo in questione lavora bene, ma al galoppo, dopo aver fatto il lato lungo, tende a perdere il galoppo sul lato corto.

Questo significa che perde equilibrio. Il peso si sposta da dietro in avanti e il cavallo cade sulle spalle. In questo modo per lui non sarà più possibile sostenersi al galoppo. Per cavalli giovani è più facile mantenere l’equilibrio su linee ampie, sulla pista o su circoli grandi. Il lato corto fa parte della pista e non dovrebbe rappresentare un problema. Inizialmente è consigliabile evitare di entrare troppo negli angoli. Più che il lato corto infatti il problema nasce nel momento dell’attraversamento dell’angolo che, in base all’ampiezza scelta, può risultare particolarmente impegnativo. L’angolo in pratica è un quarto di volta. Le volte a livello base vanno affrontate del diametro di 10 metri, non meno. Quindi per capire quanto è (partendo dal presupposto che il campo abbia un lato corto di 20 metri) basta eseguire una serie di volte negli angoli fino a metà campo o un 8 sul lato corto per capire come dovrebbe essere attraversato l’angolo.

Ora vediamo che cosa succede quando si passa da “lato lungo” a “lato corto”. Nei primi mesi di addestramento (perché è qui che è normale che il cavallo debba ancora sviluppare sufficiente equilibrio) il galoppo viene affrontato in modo graduale. Le prime partenze avverranno dal trotto e per “perdita di equilibrio”. Il cavallo ad un certo punto, grazie agli interventi del cavaliere che fa avanzare il cavallo (può aiutarsi anche con la voce), rompe il trotto e inizia a galoppare. Il cavaliere non deve stare seduto troppo pesantemente in sella in modo che il cavallo possa muovere liberamente la schiena, che dal punto di vista muscolare è ancora debole in questa fase.

Man mano che si procede con il lavoro gli aiuti si trasformeranno da semplici, molto marcati e un po’ “grezzi” a più delicati, precisi e funzionali. Il cavallo imparerà a reagire meglio e di conseguenza il cavaliere potrà fare meno con risultati migliori.

Contemporaneamente il lavoro su ampi circoli (al trotto e al galoppo) migliorano l’equilibrio del cavallo. Ancor più le transizioni tra queste due andature (inizialmente non troppo ravvicinate - tanto quanto il cavallo ci permette senza perdere ritmo, equilibrio e decontrazione - v. post “LA DECONTRAZIONE” 

Man mano il cavallo riuscirà sempre meglio a portare “sotto” il posteriore (soprattutto quello interno al galoppo) e in questo modo a sostenere il proprio peso senza perdere l’equilibrio. In questo modo l’andatura potrà essere mantenuta.

Molto importante sono gli aiuti del cavaliere prima, durante e dopo la partenza al galoppo!

Qui entra in scena “LA MEZZA FERMATA” (v. post sul). Il discorso degli aiuti che diventano sempre più precisi e funzionali è proprio questo. Con il tempo l’insieme degli aiuti creerà quello che chiamiamo “mezza fermata”. Se questa (o una versione più primitiva di lei) viene applicata in modo corretto, allora il cavallo con il tempo sarà in grado di partire correttamente al galoppo (non più per perdita di equilibrio), sarà in grado di mantenere bene il ritmo e l’impulso e sarà anche in grado di attraversare gli angoli senza che l’andatura perda la sua qualità.

Se prima degli angoli non si interviene con mezze fermate e quindi non si prepara il cavallo alla curva dell’angolo, questo non avrà portato il posteriore sufficientemente sotto di se e quindi non sarà in grado di sostenersi nella girata. Con molta probabilità anche il galoppo sul lato lungo è “sbilanciato” e possibile solo grazie ad una maggiore velocità. Grazie alle mezze fermate migliorerà anche il galoppo sul lato lungo.

Il galoppo va continuamente “rinnovato”. E’ come se ad ogni falcata si partisse di nuovo al galoppo (vedere post “LA PARTENZA AL GALOPPO” e “IL MIO CAVALLO E’ PESANTE DAVANTI”), altrimenti il galoppo risulterà piatto e nel momento che si devono affrontare curve, angoli o figure diverse dalla pista e dal circolo, i problemi verranno a galla.

Ricapitolando: All’inizio questo fenomeno è normale e cerchiamo di facilitare le cose il più possibile al cavallo. Con il tempo, il lavoro in circolo e le frequenti transizioni porteremo il cavallo a diventare più sensibile ai nostri aiuti e questo acquisirà automaticamente un equilibrio migliore. Il risultato sarà un netto miglioramento delle andature e una maggiore capacità del cavallo di affrontare traiettorie più strette.

Spero che questa risposta sarà utile 😊

Un abbraccio a tutti e a prestissimo! 😘

DANIELA

#equitazioneperamore





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