IL MIO CAVALLO FATICA A FLETTERSI: E' RIGIDO!

21 aprile 2018

Questo capita spesso di più da un lato che dall'altro.

Il fatto che ci sia una mano migliore e una peggiore (come già accennato in altri post recenti e come descritto in dettaglio nel capitolo dedicato all'argomento nel libro "LA SCALA DI ADDESTRAMENTO- La chiave dell'equitazione" - lo trovate sul sito www.addestramentocavallosportivo.it) è normale ed è paragonabile al nostro essere destri o mancini. Uno degli scopi dell'intero percorso addestrativo è proprio quello di rendere la differenza tra i due lati minima, in modo da poter allenare in maniera equa entrambi i lati del corpo, senza creare scompensi a livelli di muscolatura o mobilità.
Fortunatamente noi umani questo problema non ce lo abbiamo 😬 ... al massimo lo scompenso riguarda la muscolatura della mano e delle dita che influisce ben poco sulla nostra salute 😅.

A parte il fatto che ci può essere una differenza tra destra e sinistra, spesso il problema della "rigidità" può essere una conseguenza di un assetto errato e di aiuti impiegati in modo sbagliati o poco chiari.

Il cavallo non fa mai una cosa perché non vuole, ma perché non può. Questo può essere dovuto a un limite fisico o semplicemente al fatto che non ha capito quello che noi vogliamo da lui oppure non ha ancora imparato bene a rispondere alle richieste.

Quindi la prima analisi va fatta su di noi. Stiamo agendo in modo corretto? Il nostro assetto è funzionale? Avevo già scritto diversi post su errori frequenti di assetto e sulle conseguenze nel lavoro (Mi sto accorgendo ora che devo ancora metterli nel BLOG 😱! Appena finisco qui lo faccio!), ma uno dei prossimi si intitolerà "L'ASSETTO FUNZIONALE" e con questo cercherò di esaminare perché un assetto è corretto e come questo deve essere utilizzato durante il lavoro.
Se pensiamo infatti solo a stare seduti bene........... beh..... possiamo aspettare e sperare, ma.......... NO, non funziona!
Chi non ha letto il post sulla MEZZA FERMATA può andare a rivederlo sul BLOG www.addestramentocavallosportivo.it

Ora, è importante capire dove avviene la flessione. Esiste la flessione a livello della nuca (parleremo principalmente di questa qui), più precisamente a livello delle PRIME 3 VERTEBRE CERVICALI (l'attaccatura tra nuca e cranio ha solo la capacità di alzarsi e abbassarsi, non gira! - v. immagine) e la flessione del costato. Insieme permettono al cavallo di "incurvarsi" longitudinalmente per seguire le linee curve in campo o fuori. Il fatto di adattarsi alla traiettoria percorsa rende il cavallo sempre più flessibile ed è fondamentale per uno sviluppo progressivo e corretto della muscolatura da entrambi i lati, così come per il lavoro accennato prima, di "riallineamento", per rendere il cavallo diritto. Flettere è indispensabile anche per la DECONTRAZIONE. Altro capitolo del libro...è tutto così terribilmente collegato che si torna sempre alla base 😅.

Ora, controllato l'assetto e il come si usano gli aiuti (peso, gamba e mano) e analizzato se effettivamente c'è una rigidità da parte del cavallo (capisco che già arrivare fin qui potrebbe essere più difficile del previsto soprattutto se si è da soli), si può passare all'azione...

La flessione della nuca non si pretende intervenendo in modo forzato e agendo "indietro" con la redine, ossia tirandola, ma facendo una RICHIESTA CORTESE con la mano interna. Il pugno di quest'ultima si chiude (come quando si strizza una spugna), si attende una reazione, ossia una cessione della nuca del cavallo - attimo in cui la tensione si alleggerisce e il cavallo si flette, iniziando a masticare. Non appena si percepisce questa "reazione" alla richiesta, il pugno si rilassa senza buttare via la redine di colpo! Il contatto deve essere mantenuto. In ogni caso si cede leggermente. Questo è il ringraziamento dovuto per aver risposto e per aver compreso la richiesta. Se il cavallo non è abituato a questo tipo di richiesta, va abituato lentamente.

Attenzione a non esagerare. Se si flette troppo l'incollatura (infatti non è questa, ma la nuca, a dover cedere) non si lavora più a livello delle prime tre vertebre, ma a livello dell'attaccatura del collo, all'altezza della spalla. Questo causa una flessione eccessiva, che fa uscire la spalla esterna dalla traiettoria e che impedisce così l'azione corretta del posteriore interno, bloccandone il movimento. In questo modo, invece di aumentare la decontrazione e la flessibilità creo rigidità che, alla lunga, si traduce in dolori e in uno sviluppo errato della muscolatura. L'obiettivo viene mancato.
La flessione deve essere minima. Devo vedere appena l'occhio e la narice interna.
Inoltre è importante capire che quando la testa del cavallo, invece di essere "dritta", si inclina, quando chiedo la flessione, questo non significa una cessione come risposta alla mia richiesta, ma un tentativo di evadere alla richiesta, conseguente probabilmente ad un intervento sbagliato e costrittivo del cavaliere.
Attenzione: Se tiro la redine per cercare di avere una qualche reazione da parte del mio cavallo, ma non essendoci, tiro ancora di più e diventa una sorte di tiro alla fune a dir poco inutile........non risolvo niente!

L'uso della forza non è mai la soluzione. Quello della tecnica sì.

Esistono casi in cui ci sono delle grandi difficoltà da parte del cavallo di flettersi da uno o entrambi i lati, dovuti per esempio ad anni di lavoro sbagliato. La mobilità della nuca risulta così bloccata. Una soluzione può essere quella di fare un vero e proprio lavoro di fisioterapia dalla sella. Si cerca di esagerare (senza tirare in modo molto delicato) con la flessione per vedere fin dove il cavallo riesce a muoversi, in generale. Quando il cavallo raggiunge il punto oltre al quale non ce la fa, tende a spostarsi con il posteriore. Attendo che si fermi. In quel momento cedo con la redine e accarezzo. La richiesta deve essere, in ogni caso, delicata affinché il cavallo possa capire. Una mano richiede, l'altra permette la flessione richiesta, senza ostacolarla. Il fatto che il cavallo si fermi ad un certo punto significa che è riuscito a rilassarsi un minimo, rispetto a prima. Questo momento minimo di decontrazione parte dalla nuca. Se quella è tesa, tutto sarà teso e non rilassato. Per lavorare su questo non bastano pochi minuti. Diffidare come sempre da chi ha soluzioni veloci in tasca! Non può esserci un metodo veloce. Se il lavoro è stato sbagliato per molto, la muscolatura si è formata in modo sbagliato e necessita di tempo per adeguarsi ad un nuovo tipo di stimoli.

Poco fa mi hanno detto (persone a cui monto cavalli da Gran Premio) che da quando gli monto i cavalli, questi "girano" molto meglio e nei percorsi sono più facili nella gestione... Queste cose sono a dir poco appaganti 😊.
Se il risultato viene percepito anche dagli altri, alla lunga, allora tutto ha un senso...

Esercizi come la cessione alla gamba o il giro sull'anteriore (uno dei prossimi post sarà su questo argomento) richiedono soltanto la flessione della nuca e migliorano la decontrazione. Il cavaliere può usarli per mettere alla prova il cavallo e se stesso. Sono abbastanza facili da eseguire.

Gli altri movimenti laterali invece, necessitano anche di flessione del costato. Questi li vedremo più avanti.

E' un argomento molto delicato. Ci sarebbero da dire un'infinità di cose a riguardo, ma per ora va bene così.

Già curando l'assetto e l'impiego degli aiuti e interpretando bene il cavallo, i suoi movimenti e il suo grado di addestramento, si è a buon punto. Il resto viene quasi da se.
Non se, ma QUANDO faremo lo/gli stage vedremo tutte queste cose in dettaglio.

☀️🌺 Vi auguro una splendida serata primaverile 🌺☀️

A prestissimo!!!





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