LA SPALLA IN DENTRO

15 giugno 2018

Oggi affrontiamo uno dei miei argomenti preferiti, cioè uno dei miei esercizi preferiti. Non so perché, ma è una cosa che mi è sempre venuta particolarmente bene… 🤔

Allora qui adesso probabilmente farò di nuovo qualche pasticcio dovuto alla lingua TEDESCA nella quale io ho ahimè imparato tutte queste cose. Là c’è semplicemente un termine calzante per ogni cosa, qui forse anche, ma non sempre riesco a trovarli, spesso perché non ne esiste uno, ma nessun problema…! Me lo inventerò 🙈

PREMESSA:

La SPALLA IN DENTRO (così come l’esercizio di preparazione che vedremo ora) è un’andature su due piste. Si procede avanzando (quindi in avanti, ma anche) lateralmente. La flessione laterale, il ritmo, la cadenza e la fluidità dei movimenti rimangono invariati. Le andature su due piste vanno eseguite riunendo l’andatura e l’uso degli aiuti diagonali deve già essere buono. Allo stesso tempo è un ottimo esercizio per sensibilizzare il cavaliere all’uso migliore degli aiuti. Non è quindi semplicissimo, ma è un’ottima scuola per migliorarsi ancora di più.

La SPALLA IN DENTRO (SCHULTERHEREIN) viene sempre preparato con la “SPALLA IN AVANTI” (SCHULTERHERVOR). Magari esiste pure qui.
In ogni caso ci interessa meno il termine del significato. Questo pre-esercizio infatti è fondamentale! Se si affronta la spalla in dentro subito, pensando immediatamente ad un complesso esercizio su due piste …. questo potrebbe creare ansia nel cavaliere, che non ha mai fatto quell’esercizio e confusione nel cavallo, che non sa cosa gli viene chiesto, soprattutto se poi ha in sella qualcuno che sta ancora cercando di capire come usare bene gli aiuti per avere un dato risultato.
E allora arriva quella mano dal cielo, ossia una versione più soft della spalla in dentro. Non è altro che un “accenno” di spalla in dentro. Quindi in pratica non è veramente un’andatura su due piste, ma inizio a pensare di “esagerare un po’” a portare all’interno l’anteriore, come se dovessi girare verso l’interno, ma poi, appena in cavallo si “gira” leggermente in direzione, mi concentro a proseguire sulla pista, mantenendo quella leggera “inclinazione”.
Questo era solo per capire la sensazione che si deve avere.
Qui il cavaliere può stare tranquillo, non c’è nulla di particolare da richiedere, solo da iniziare a “pensare in quella direzione”. In questo modo, inconsciamente, si iniziano già ad usare gli aiuti che poi serviranno per la spalla in dentro, solo che poi saranno più marcati. Il cavallo, a sua volta, avrà già una certa familiarità con quel tipo di richiesta ed impostazione e sarà sempre più flessibile e più disponibile a portare più in dentro la sua spalla. La muscolatura si sarà preparata a dovere per il nuovo esercizio che verrà poi reso sempre più preciso. L’importante è non volere tutto subito. Come sempre. Aspettatevi nulla. Vedetelo come una fase preparativa a una cosa che verrà un giorno e vedrete che quel giorno arriverà prima del previsto e quasi senza che ne rendiate conto.

Come dicevamo anche per il TRAVERS (v. POST di qualche settimana fa) la flessione laterale è data dalla gamba interna, attorno alla quale il cavallo (appunto) si flette. La mano esterna è quella che invece “accoglierà” il cavallo (aiuti diagonali), mantenendo un contatto stabile e morbido. Le mezze fermate (v. POST “La mezza fermata”) devono essere accettate bene. Il cavaliere deve avere il cavallo “davanti a se” e, come già detto, ci deve già essere una leggera capacità di riunione.

Veniamo al modo in cui il cavallo si muove nella spalla “in avanti” e nella spalla in dentro.
Nel primo caso, i posteriori vengono sollecitati ad avvicinarsi tra di loro. Quello interno si muove più verso e sotto al centro del cavallo, invece che in scia del rispettivo anteriore. In questo modo la gamba interna del cavaliere, che insiste maggiormente in direzione della sua mano esterna, crea la cosiddetta flessione del costato o laterale. Quest’ultima non può avvenire senza che ci sia anche la flessione a livello della nuca (v. POST “Il mio cavallo è rigido, fatica a flettersi”).
Il cavaliere può quindi vedere l’occhio interno del cavallo, così come il bordo della narice interna.
Nella spalla in dentro il processo è simile, ma più marcato. La flessione laterale è tale da fare sì che il posteriore interno sia in scia dell’anteriore esterno e della rispettiva spalla.
Si capisce se gli aiuti sono corretti nel momento in cui si prova ad eseguire l’esercizio su una linea “libera”. Se così non fosse, i posteriore “scapperebbero” in fuori e non ci sarebbe una corretta flessione laterale.

Gli aiuti vengono dati come segue (sia nell’esercizio di preparazione che in quello “vero” - l’azione è soltanto più marcata):

- Il cavaliere prepara l’esercizio con le famose mezze fermate;
- Il peso del cavaliere si concentra maggiormente sul lato interno del bacino (attenzione a non piegare l’anca);
- La gamba interna (vicina al sottopancia) agisce in direzione della mano esterna (aiuti diagonali), crea la flessione laterale e fa sì che il posteriore interno si sposti sempre di più sotto al centro del cavallo;
- La gamba esterna è in posizione “contenitiva” (questi termini….) ed evita che il posteriore scappi in fuori. Inoltre è parzialmente responsabile dell’avanzamento;
- La mano interna, con contatto morbido, si occupa della cessione della nuca;
- La mano esterna permette la cessione a livello della nuca e la delimita, delimitando allo stesso modo anche la spalla esterna.

Si inizia ad eseguire la spalla “in avanti” al passo, poi al trotto. Prima per piccoli tratti, ricordandosi che un piccolo pezzo fatto bene è molto meglio che infiniti metri eseguiti male.
Si può sviluppare l’esercizio “portandosi” la flessione dall’angolo, ossia mantenendola dopo l’attraversamento di un angolo oppure con l’aiuto delle volte.

Attenzione: 1) La priorità va data alla fluidità del movimento e all’impulso. Non appena uno di questi due viene meno, anche di poco, bisogna prima pensare di ripristinarli avanzando per qualche tempo. 2) Il lavoro (essendo in riunione) non va mai protratto per troppo tempo senza fare delle pause o eseguendo altri esercizi in mezzo. 3) Ogni lavoro di riunione va sempre alternato a qualcosa “in avanti”. Come descritto nel libro “La scala di addestramento - La chiave dell’equitazione”, nei capitoli impulso e riunione, questi due elementi sono direttamente proporzionali e l’uno migliora anche l’altro. Prima c’è sempre l’apertura, solo dopo la chiusura. Senza l’uno, l’atro non può esistere.

ERRORI FREQUENTI:
- Flessione nella nuca esagerata e poco contatto esterno. La spalla scappa in fuori e anche la flessione laterale così non sarà reale;
- Gli aiuti in avanti di assetto e gambe sono in primo piano. Se così non fosse e le mani avessero il dominio  questo significherebbe una perdita progressiva di equilibrio, ritmo ed impulso;
- Il “piegarsi” nell’anca che porta ad una distribuzione sbagliata del peso del cavaliere, rendendo impossibile l’esecuzione corretta dell’esercizio;
- L’anteriore e la spalla vengono portati troppo all’interno. Il cavallo fatica ad avanzare e la flessione laterale si perde;
- Un’andatura affrettata. Qui non sono create le premesse per eseguire questo esercizio e cavaliere e/o cavallo non sono pronti per affrontarlo.

Stavo per dimenticarmi la parte più importante … (tipico!) 🙄

A che cosa serve l’esercizio della spalla in dentro?

- A migliorare la sensibilità e il rispetto da parte del cavallo per gli aiuti delle gambe;
- Per la flessione laterale e per rendere DIRITTO IL CAVALLO (altro capitolo del libro);
- Per migliorare la capacità del posteriore di portare più peso e quindi per la riunione;
- Per la libertà e la leggerezza della spalla (v. POST “Il mio cavallo è pesante sulla spalla”).

Ora il post è già infinito… ma una piccola parentesi va dedicata alla mia amica Rosella 😘
Avevi qualche confusione sulle differenze di spalla in dentro, “controspalla in dentro” (e che è?!…), travers e renvers.
Allora, molto in breve, sì esiste anche la controspalla in dentro, anche se quest’ultima si usa sempre meno e non viene nemmeno descritta nelle figure di dressage della FISE (se sbaglio correggetemi).
E’ identica alla spalla in dentro, ma eseguita fronte al “muro”. Il vantaggio è che si può mettere alla prova l’azione corretta degli aiuti esterni di cui parlavo prima (sulle linee libere) senza che il cavallo scappi via verso l’altro lato. Inoltre, se eseguita su linee curve ha come vantaggio che il posteriore ha la via più corta ed è quindi “costretto” a chiudersi e a portare maggiore peso. Insomma, è un grandissimo aiuto quando si lavora sulla naturale asimmetria del cavallo.
Le “spalle in dentro” differiscono da TRAVERS e RENVERS perché questi ultimi prevedono che l’anteriore avanzi “normalmente”, mentre i posteriori si incrociano. Nella spalla in dentro o anche nella sua versione specchiata, i posteriori avanzano normalmente, anche se più vicini tra loro, mentre gli anteriori si incrociano (sono loro che vanno lateralmente).
Forse ho creato ancora più confusione… 😅

Si ci sarebbero altre cose da dire, ma diventerebbe pesante!

A presto e grazie per esservi preso il tempo di leggere anche questo papiro che spero sia utile a qualcuno!!

Buona serata a tutti





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