LAVORO ALLA CORDA - introduzione

05 gennaio 2019

Come prima cosa è importante avere chiaro il senso o l'obbiettivo del lavoro alla corda.
Non può sostituire completamente il lavoro sotto al cavaliere, ma lo può e anzi lo dovrebbe integrare, lasciando modo al cavallo di muoversi anche senza il peso e quindi il "fastidio" (all'inizio dell'addestramento il cavaliere è un peso nuovo che disturba l'equilibrio e la sicurezza del cavallo) sulla schiena.
Quindi come iniziare? O come procedere?
Una volta equipaggiato il cavallo in maniera adeguata (qui ci sarà un post a parte), devo prima di tutto abituarlo a girare in modo sicuro su entrambi le mani al passo, al trotto e solo successivamente, quando il resto è assodato, anche al galoppo.
Non devo pretendere nient'altro in questa fase. Se parte da solo al galoppo glielo posso concedere se questo è controllabile. Non ci deve essere nessuna fuga.

NB: La corda va bene per scaldare, soprattutto i puledri, prima del lavoro in sella, ma non va mai usata per farlo sfogare correndo e sgroppando all'impazzata.
Ci deve essere disciplina anche alla corda fin da subito e....... il cavallo è difficile da scaricare fisicamente.
Si rischia di gasarli ancora di più e ad abituarli ad avere quell'atteggiamento a inizio lavoro.
È molto meglio "stancarlo" mentalmente.
Facendolo fin da subito ragionare con piccole e frequenti richieste (es: transizioni).
Se necessario inizialmente tengo il cavallo su un circolo più piccolo di quello ideale (18-20 m di diametro) in modo da avere più controllo.
Allora e solo allora avrò calma e rispetto e una buona base per iniziare il lavoro.

NB 2: Il circolo andrebbe sempre delimitato almeno fino a quando il cavallo non è capace di muoversi in scioltezza e senza nessuna tensione sulla linea del circolo.
Per chi non avesse un tondino o un campo piccolo per il lavoro alla corda, si può facilmente delimitare un circolo di 18-20 m con degli ostacoli, dei cavalletti, delle ballette di paglia o qualsiasi cosa che anche solo visivamente dia l'idea di "chiusura".

Una volta imparato a rispettare il circolo il cavallo deve imparare ad ascoltare i comandi.
Se sono in sella ho assetto (peso), gamba e mano (redini). Qui avrò rispettivamente voce (nessun peso), frusta lunga (meglio se telescopica) e mano (longia).

Così come vale il discorso della mano in sella che deve garantire un contatto stabile e morbido con la bocca del cavallo così vale anche per la mano che tiene la corda. Il "problema" è che non abbiamo la mano esterna che invece è quella fondamentale. Ecco perché il lavoro alla corda sarà veramente addestrativo solo con le redini di ritorno (qui ne esistono diversi tipi - v. prossimo post - DA NON USARE SE NON SI SA COME sono più gli errori che si possono fare dei benefici che si possono trarre ATTENZIONE).
Ancora meglio sarebbe il lavoro alla doppia corda, ma quello lo tratteremo più avanti.
È molto complicato e da fare solo da chi è molto esperto.
La gamba ci deve essere quando montiamo, la gamba interna soprattutto. Così anche la frusta e la voce ci devono essere. Il motore del cavallo va azionato come quando montiamo. Non stiamo solo seduti sopra. E alla corda la frusta non dovrà strisciare per terra o essere inutile, ma va tenuta nella giusta posizione e usata quando e come necessario (v post successivo).

Raggiunta la serenità e la regolarità nelle tre andature su entrambi le mani però abbiamo già fatto molto. Poi penseremo all'impiego corretto degli aiuti e al come sfruttare al meglio il lavoro alla corda. Prima di tutto il cavallo deve collaborare. Tanto passo anche qui all'inizio. Non si parte subito correndo. E il circolo deve essere tenuto regolarmente e costantemente anche durante le transizioni. Il contatto mano-bocca ci deve essere e la posizione del "longueur" deve essere mantenuta il più possibile al centro del cerchio senza seguire il cavallo.

Buon lavoro 😘 e a prestissimo!

v. LIBRO SUL LAVORO ALLA CORDA per approfondimenti


#equitazioneperamore





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