NON PUO’ SEMPRE ANDARE BENE…
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Ieri sono stata a cavallo, come ogni fine settimana, ma era da un po’ che non tornavo a casa con uno stato d’animo del genere.
Il primo cavallo molto bene, un orologio. Non è sempre stato così e ha una certa età (fine carriera), quindi nulla di scontato. Fin lì tutto a meraviglia. Sentivo solo le gambe stanche, fin da subito. Una sensazione strana che di solito mi capita di sentire solo dopo diverse ore a cavallo.
Il secondo cavallo, che ultimamente ha sempre lavorato bene, “secondo i miei piani”, migliorando di volta in volta, ieri è stato un completo disastro. Forse da fuori potrebbe essere sembrato un lavoro normale, tranquillo con qualche piccola incomprensione, ma che cosa succede nella nostra testa è un’altra storia. Delusa… incredula… sono io o è il cavallo? E’ il tempo? Le circostanze? Il lavoro che può aver fatto il giorno prima (che non conosco) o cosa…? Hmmm…
Il terzo cavallo uguale. Ma insommaaaa????? Qui la conferma (in realtà abbastanza ovvia!):
IL PROBLEMA SONO IO, OGGI!
Ultimo cavallo (pony) meglio, ma perché ormai mi sono “arresa” e faccio semplicemente quel che viene, senza pretese. Qui poi abbiamo di nuovo a che fare con un “signorino” di una certa età, quindi non serviva strafare, ma mantenere e sciogliere, senza sforzare, in scioltezza…
QUELLO CHE VOLEVO DIRE E’ CHE PER TUTTI E’ UGUALE E NON CAMBIERA’ MAI
Quando mi scrivete disperati delle vostre situazioni che sono già state meglio in passato, chiedendomi quale sia la soluzione o che cosa possiate fare per risolvere la cosa…
Non diventate matti. E’ normale sentirsi abbattuti qualche volta. Sentirsi senza potere. State cercando di fare il vostro meglio, magari come sempre, ma quella volta per qualche motivo le cose non vanno come vorreste. E più ci pensate, più cercate di sistemare le cose, peggio è. Un incubo.
Sappiamo bene che litigare non serve. Per cui in quelle situazioni è meglio frenare, fare un passo indietro e accontentarsi di meno del meno piuttosto. Ommmmmm………..
Vi spiego come si creano queste situazioni. Il problema siete voi, sì, ma se fino per non lo eravate, come è possibile?
1. Il cavallo è un essere vivente e ha un suo carattere che è influenzabile come il nostro da mille fattori (non tutti i giorni sono uguali);
2. Noi possiamo essere più o meno stanchi e più o meno concentrati (lavoro, famiglia, amici e altre situazioni esterne possono inconsciamente renderci più o meno efficienti);
3. L’andare nell’addestramento è un percorso fatto di alti e bassi, non solo di alti. Qualsiasi miglioramento, per poterci essere, ha bisogno di difficoltà che possono essere superate. E’ così che si crea il successo. In ogni ambito. Se va sempre tutto bene è sintomo che non state progredendo affatto e che non state imparando nulla;
4. Tra ciò che si ha in testa e ciò che accade in campo c’è una differenza. Va bene (anzi è necessario) pianificare il lavoro, se si vuole avere un risultato. Un sogno rimane un sogno. Un obiettivo è un sogno per il quale scegliamo una data di realizzazione. Quindi se non ci prefissiamo nulla, non accadrà nulla, con buone probabilità. Ma se quel giorno ciò che mi sono prefissata non funziona perché le cose vanno diversamente? Nulla… sarà per la prossima volta.
5. La pazienza è tutto con i cavalli! La fretta e il successo equestre a lungo termine sono incompatibili e non possono coesistere;
6. Altra cosa! Nella nostra testa se qualcosa non funziona ci sentiamo (almeno io) incapaci. Ci sembra di non riuscire a fare più nulla. Si fa fatica a restare obiettivi. Visto da fuori, se uno ci guarda non è che pensa “Oh santo cielo, quel disastro!!”. Probabilmente starà pensando “che bene che monta…”. Quindi rendiamoci conto che è meno grave di quanto pensiamo, quasi sempre, a meno che da lì non facciate partire un’inutile ed inopportuna guerra.
7. Incazzarsi con il cavallo perché qualcosa non va è da ignoranti. Poco fa ho assistito ad una scena veramente brutta che non riesco a dimenticare. Cose già viste, ma ogni volta mi verrebbe da tirare giù quella persona e menarla… ops… non lo farei ovvio. Ma sarebbe da fare! Se il cavallo non sta facendo quello che fa le possibilità sono diverse. Di solito non ha capito il comando, quindi il problema sei tu che credi di essere stato chiaro e invece non lo sei stato. Può anche darsi che abbiamo a che fare con un furbetto e che ci abbia inquadrati come “inferiori” e che stia provando a metterci alla prova… bene… di chi è la colpa. Nostra :) Non siamo stati in grado di farci valere, non con la forza, ma con il linguaggio del corpo, la risolutezza e la chiarezza in ciò che facciamo. Lanciamo segnali confusi e di insicurezza.
DOBBIAMO SEMPRE PRIMA LAVORARE SU NOI STESSI, NON SUL CAVALLO.
Per questo l’equitazione è fantastica. Perché ci rende migliori. Ovviamente solo se arriviamo a capire tale sottilizza… non è da tutti.
Chi ricorre alla forza e inizia a tirare all’impazzata o ad usare il frustino in maniera assolutamente inappropriato dovrebbe solo vergognarsi e non chiamarsi MAI un cavaliere!
“Sto cavallo è un ignorante. Non capisce un c……. Io gli dico di partire e non parte. Si ferma, non vuole più andare e poi inizia ad impennarsi (a seguito di numerose sgambate con speroni assolutamente troppo forti).” E ti chiedi anche il perché…..? Ma sei scemo? Invece di chiedertelo ricorri al frustino, bravo. Inizi a menare. Quasi cadi, ma piuttosto “gliela fai sentire”. E segue anche un bel “oooh la…”.
Cos’ha capito adesso il cavallo secondo te? Imbecille (si può dire…?). Tutto soddisfatto pensa di aver risolto qualcosa. Cavallo giovane su cui sale la prima volta. Una vera vergogna. Per fortuna poi lo hanno fatto scendere… Non era affatto all’altezza di quel cavallo. Bravissimo e molto intelligente. Assolutamente non testardo o difficile.
Qualche volta verrebbe da insultare o da prendersela, ma non ce n’è bisogno. Il più delle volte semplicemente non è una giornata buona e già la volta dopo andrà meglio, magari partendo con meno pretese. Altre volte c’è prima un altro lavoro da fare su di noi, oppure sono stati saltati dei passaggi e quindi non può funzionare, se manca la base.
Sto leggendo l’interessantissima HDV12 (manuale equestre della cavalleria scritto appunto nel 1912 e riadattato nel ’37). La nomino anche nella “SCALA DI ADDESTRAMENTO”. La conoscevo già, ma non avevo mai approfondito la lettura… è pazzesco quanto siano attuali gli argomenti e quanto non esista distinzione tra equitazione militare ed equitazione civile. Esiste, come dice l’autore, solo un’equitazione:
QUELLA BUONA!
Indovinate di che cosa tratta fondamentalmente? Della SCALA DI ADDESTRAMENTO :) è la conferma che ciò che stiamo facendo qui è giusto!
Tramandare la conoscenza vera, quella che ha gettato le basi per tutto ciò che conosciamo oggi, è fondamentale e sempre più scontato. La HDV12/37 è stata usata dalla FEI per definire le “regole” di giudizio del dressage internazionale, tra le altre cose. Il dressage, come sapete, non è “passione di alcuni”, ma è la BASE DI TUTTO. Dressage significa addestramento e quindi comunicazione, armonia, comprensione reciproca, fluidità dei movimenti, accettazione e comprensione degli aiuti….
C’è forse una disciplina equestre che non necessita di tali aspetti?
Ripensando con calma a tutto, forse ieri non è andata poi così male… me la sono solo presa perché quel che avevo in mente di fare non andava e nemmeno quello che già avevo fatto altre volte, ma non vuol dire…. pazienza. La prossima volta affronto la cosa con più calma, cercando di migliorare i miei interventi e stare seduta meglio ecc ecc e vediamo che cosa riusciamo a fare. Sono sicura che andrà meglio.
Perché c’è un altra cosa. Di solito finito il momento no… quando si riparte in salita, non si riparte dal punto di partenza, ma si riparte con il turbo! I risultati arrivano.
UN MOMENTO NO, NON SIGNIFICA “LA FINE”, MA SEMPLICEMENTE UN PUNTO DI STALLO CHE CI DA L’OPPORTUNITA’ DI FARE UN BALZO IN AVANTI, SE SIAMO STATI CAPACI DI COGLIERE CIO’ CHE C’ERA DA APPRENDERE. OGNI DIFFICOLTA’ IN VERITA’ E’ UN REGALO.
Buona serata a tutti!
Un abbraccio,
Daniela
Il primo cavallo molto bene, un orologio. Non è sempre stato così e ha una certa età (fine carriera), quindi nulla di scontato. Fin lì tutto a meraviglia. Sentivo solo le gambe stanche, fin da subito. Una sensazione strana che di solito mi capita di sentire solo dopo diverse ore a cavallo.
Il secondo cavallo, che ultimamente ha sempre lavorato bene, “secondo i miei piani”, migliorando di volta in volta, ieri è stato un completo disastro. Forse da fuori potrebbe essere sembrato un lavoro normale, tranquillo con qualche piccola incomprensione, ma che cosa succede nella nostra testa è un’altra storia. Delusa… incredula… sono io o è il cavallo? E’ il tempo? Le circostanze? Il lavoro che può aver fatto il giorno prima (che non conosco) o cosa…? Hmmm…
Il terzo cavallo uguale. Ma insommaaaa????? Qui la conferma (in realtà abbastanza ovvia!):
IL PROBLEMA SONO IO, OGGI!
Ultimo cavallo (pony) meglio, ma perché ormai mi sono “arresa” e faccio semplicemente quel che viene, senza pretese. Qui poi abbiamo di nuovo a che fare con un “signorino” di una certa età, quindi non serviva strafare, ma mantenere e sciogliere, senza sforzare, in scioltezza…
QUELLO CHE VOLEVO DIRE E’ CHE PER TUTTI E’ UGUALE E NON CAMBIERA’ MAI
Quando mi scrivete disperati delle vostre situazioni che sono già state meglio in passato, chiedendomi quale sia la soluzione o che cosa possiate fare per risolvere la cosa…
Non diventate matti. E’ normale sentirsi abbattuti qualche volta. Sentirsi senza potere. State cercando di fare il vostro meglio, magari come sempre, ma quella volta per qualche motivo le cose non vanno come vorreste. E più ci pensate, più cercate di sistemare le cose, peggio è. Un incubo.
Sappiamo bene che litigare non serve. Per cui in quelle situazioni è meglio frenare, fare un passo indietro e accontentarsi di meno del meno piuttosto. Ommmmmm………..
Vi spiego come si creano queste situazioni. Il problema siete voi, sì, ma se fino per non lo eravate, come è possibile?
1. Il cavallo è un essere vivente e ha un suo carattere che è influenzabile come il nostro da mille fattori (non tutti i giorni sono uguali);
2. Noi possiamo essere più o meno stanchi e più o meno concentrati (lavoro, famiglia, amici e altre situazioni esterne possono inconsciamente renderci più o meno efficienti);
3. L’andare nell’addestramento è un percorso fatto di alti e bassi, non solo di alti. Qualsiasi miglioramento, per poterci essere, ha bisogno di difficoltà che possono essere superate. E’ così che si crea il successo. In ogni ambito. Se va sempre tutto bene è sintomo che non state progredendo affatto e che non state imparando nulla;
4. Tra ciò che si ha in testa e ciò che accade in campo c’è una differenza. Va bene (anzi è necessario) pianificare il lavoro, se si vuole avere un risultato. Un sogno rimane un sogno. Un obiettivo è un sogno per il quale scegliamo una data di realizzazione. Quindi se non ci prefissiamo nulla, non accadrà nulla, con buone probabilità. Ma se quel giorno ciò che mi sono prefissata non funziona perché le cose vanno diversamente? Nulla… sarà per la prossima volta.
5. La pazienza è tutto con i cavalli! La fretta e il successo equestre a lungo termine sono incompatibili e non possono coesistere;
6. Altra cosa! Nella nostra testa se qualcosa non funziona ci sentiamo (almeno io) incapaci. Ci sembra di non riuscire a fare più nulla. Si fa fatica a restare obiettivi. Visto da fuori, se uno ci guarda non è che pensa “Oh santo cielo, quel disastro!!”. Probabilmente starà pensando “che bene che monta…”. Quindi rendiamoci conto che è meno grave di quanto pensiamo, quasi sempre, a meno che da lì non facciate partire un’inutile ed inopportuna guerra.
7. Incazzarsi con il cavallo perché qualcosa non va è da ignoranti. Poco fa ho assistito ad una scena veramente brutta che non riesco a dimenticare. Cose già viste, ma ogni volta mi verrebbe da tirare giù quella persona e menarla… ops… non lo farei ovvio. Ma sarebbe da fare! Se il cavallo non sta facendo quello che fa le possibilità sono diverse. Di solito non ha capito il comando, quindi il problema sei tu che credi di essere stato chiaro e invece non lo sei stato. Può anche darsi che abbiamo a che fare con un furbetto e che ci abbia inquadrati come “inferiori” e che stia provando a metterci alla prova… bene… di chi è la colpa. Nostra :) Non siamo stati in grado di farci valere, non con la forza, ma con il linguaggio del corpo, la risolutezza e la chiarezza in ciò che facciamo. Lanciamo segnali confusi e di insicurezza.
DOBBIAMO SEMPRE PRIMA LAVORARE SU NOI STESSI, NON SUL CAVALLO.
Per questo l’equitazione è fantastica. Perché ci rende migliori. Ovviamente solo se arriviamo a capire tale sottilizza… non è da tutti.
Chi ricorre alla forza e inizia a tirare all’impazzata o ad usare il frustino in maniera assolutamente inappropriato dovrebbe solo vergognarsi e non chiamarsi MAI un cavaliere!
“Sto cavallo è un ignorante. Non capisce un c……. Io gli dico di partire e non parte. Si ferma, non vuole più andare e poi inizia ad impennarsi (a seguito di numerose sgambate con speroni assolutamente troppo forti).” E ti chiedi anche il perché…..? Ma sei scemo? Invece di chiedertelo ricorri al frustino, bravo. Inizi a menare. Quasi cadi, ma piuttosto “gliela fai sentire”. E segue anche un bel “oooh la…”.
Cos’ha capito adesso il cavallo secondo te? Imbecille (si può dire…?). Tutto soddisfatto pensa di aver risolto qualcosa. Cavallo giovane su cui sale la prima volta. Una vera vergogna. Per fortuna poi lo hanno fatto scendere… Non era affatto all’altezza di quel cavallo. Bravissimo e molto intelligente. Assolutamente non testardo o difficile.
Qualche volta verrebbe da insultare o da prendersela, ma non ce n’è bisogno. Il più delle volte semplicemente non è una giornata buona e già la volta dopo andrà meglio, magari partendo con meno pretese. Altre volte c’è prima un altro lavoro da fare su di noi, oppure sono stati saltati dei passaggi e quindi non può funzionare, se manca la base.
Sto leggendo l’interessantissima HDV12 (manuale equestre della cavalleria scritto appunto nel 1912 e riadattato nel ’37). La nomino anche nella “SCALA DI ADDESTRAMENTO”. La conoscevo già, ma non avevo mai approfondito la lettura… è pazzesco quanto siano attuali gli argomenti e quanto non esista distinzione tra equitazione militare ed equitazione civile. Esiste, come dice l’autore, solo un’equitazione:
QUELLA BUONA!
Indovinate di che cosa tratta fondamentalmente? Della SCALA DI ADDESTRAMENTO :) è la conferma che ciò che stiamo facendo qui è giusto!
Tramandare la conoscenza vera, quella che ha gettato le basi per tutto ciò che conosciamo oggi, è fondamentale e sempre più scontato. La HDV12/37 è stata usata dalla FEI per definire le “regole” di giudizio del dressage internazionale, tra le altre cose. Il dressage, come sapete, non è “passione di alcuni”, ma è la BASE DI TUTTO. Dressage significa addestramento e quindi comunicazione, armonia, comprensione reciproca, fluidità dei movimenti, accettazione e comprensione degli aiuti….
C’è forse una disciplina equestre che non necessita di tali aspetti?
Ripensando con calma a tutto, forse ieri non è andata poi così male… me la sono solo presa perché quel che avevo in mente di fare non andava e nemmeno quello che già avevo fatto altre volte, ma non vuol dire…. pazienza. La prossima volta affronto la cosa con più calma, cercando di migliorare i miei interventi e stare seduta meglio ecc ecc e vediamo che cosa riusciamo a fare. Sono sicura che andrà meglio.
Perché c’è un altra cosa. Di solito finito il momento no… quando si riparte in salita, non si riparte dal punto di partenza, ma si riparte con il turbo! I risultati arrivano.
UN MOMENTO NO, NON SIGNIFICA “LA FINE”, MA SEMPLICEMENTE UN PUNTO DI STALLO CHE CI DA L’OPPORTUNITA’ DI FARE UN BALZO IN AVANTI, SE SIAMO STATI CAPACI DI COGLIERE CIO’ CHE C’ERA DA APPRENDERE. OGNI DIFFICOLTA’ IN VERITA’ E’ UN REGALO.
Buona serata a tutti!
Un abbraccio,
Daniela
2 commenti
Mi è capitata esattamente la stessa cosa due giorni fa…. sono rimasta male e delusa tutto il giorno….Questo pensiero mi ha proprio cambiato la prospettiva! anche perchè condivido tutto, ogni singola parola…Grazie Grazie
Oggi ci riprovo, ma con una consapevolezza diversa!
Buongiorno Daniela, condivido il tuo pensiero con i cavalli se hai fretta non vai da nesuna parte…con calma,costanza e un linguaggio chiaro si riesce a comunicare anche al cavallo meno “affabile”. Che dire poi di cavalieri e amazzoni, dove mi giro l’ignoranza la fa’ da padrona…complimenti per il tuo lavoro.