PERCHE' "ADDESTRAMENTO"?
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Perché dovrebbe riguardarmi? Per quello ci sono i professionisti...
Questa è un quesito che si pongono spesso leggendo il nome della pagina, del Blog o i titoli dei miei libri.
Fino al punto in cui sono arrivata a pensare di cambiare nome a tutto quanto (tranne che ai libri...).
Ma un motivo c'è. E ve lo spiego. L'addestramento del cavallo (soprattutto quello di base) è, in realtà, una cosa che riguarda proprio tutti. Chiunque abbia a che fare con un cavallo, che sia per svago nel tempo libero o per attività agonistiche.
A me piace pensare che l'addestramento non sia altro che l'ALLENAMENTO. L'addestramento di base dura diversi anni. Un cavallo sportivo di solito viene domato a 3-4 anni e passa al "professionismo" a 8. Quindi tutto quello che comprende il lavoro dai 3-4 agli 8 anni è da considerarsi "la base". O almeno così dovrebbe essere...
Se si saltano passaggi e si cercano scorciatoie, cosa che accade, ahimè, soprattutto con cavalli particolarmente disponibili e volenterosi, prima o poi si presenta il conto. Questo proprio perché si tratta di allenare correttamente e progressivamente l'animale, pensando che ha una struttura ossea, un apparato cardio-circolatorio, una muscolatura e delle articolazioni (molto altro, ma è per rendere l'idea che non è poi tanto diverso da noi). Noi pretendiamo una prestazione fisica dal cavallo, sia quando lo portiamo in passeggiata, che quando lavoriamo in piano o sui salti. L'approccio deve essere quasi quello di un personal trainer. Noi siamo il personal trainer del nostro cavallo. Nella realtà, raramente il lavoro viene visto ed affrontato in questo modo.
Si pensa, il più delle volte, al risultato. "Voglio fare gare"; "Voglio saltare (solo per fare un esempio)"; "Mi serve un cavallo PRONTO e BRAVO". Che cosa vogliono dire queste cose? Che significa cavallo pronto?
La risposta è: "Be, cavallo pronto significa che non mi devo sbattere per portarlo al livello che interessa a me e che son sicuro di fare bella figura e di portare a casa più premi possibili." Questo nel caso estremo... Potrebbe anche voler dire: "Io non sono bravo, figuriamoci se riesco ad insegnare qualcosa ad un cavallo. Preferisco essere sicuro e non fare danni."
Ebbene in entrambi i casi mi dispiace, ma siamo lontani dalla verità.
1) Per chi dice di non essere bravo... nessuno è nato imparato e l'unico modo per diventare bravi è studiare e fare pratica e poi ancora e ancora... nessuno è un caso senza speranza! Poi c'è a chi non interessa diventare particolarmente bravo e ci sta... magari uno vuole solo stare bene nel suo tempo libero, in compagnia dell'amico cavallo. Va bene, ma serve comunque la coscienza per voler rispettare l'animale.
2) Il rispetto! Se penso che acquistando un cavallo (tra l'altro per molti più soldi) "pronto" al quale poi non devo più pensare perché tanto ci pensa lui, il rispetto non ce l'ho. E' vero che si può guadagnare tempo e fatica, ma poi il lavoro deve essere fatto comunque bene, altrimenti quel valore aggiunto per cui pago inizialmente va PERSO! Il cavallo non è una macchina che "imposti" e poi rimane così. E' un organismo con una serie di funzioni che variano in base al tipo di allenamento a cui è sottoposto. Se cambio qualcosa poi cambieranno anche le sue funzioni. Quindi il mio professionista mi prepara il cavallo e poi, quando ce l'ho io, dopo qualche tempo, non "funziona più come prima". Quello è il momento in cui si danno le colpe a terzi o a oggetti come sella e imboccatura o a circostanze esterne o chi più e ha più ne metta.
In realtà, il più delle volte, il cambiamento delle prestazioni è dovuto semplicemente al diverso tipo di allenamento. Non avendo idea di come si lavora bene un cavallo ci si concentra su cose superficiali e poco importanti e viene mancata la vera causa di tutti i problemi. I più non scopriranno mai qual'è la fonte di tali problemi.
Ecco perché riguarda proprio tutti. Non solo per garantire il successo, alla lunga, ma per preservare la salute psico-fisica del cavallo. Non solo un allenamento fatto male ha effetti negativi sull'organismo, ma se non si rispetta l'indole dell'animale e se non se ne comprende il carattere, pensando che non sia importante, allora si incorre in problemi ancora più grandi, spesso irrisolvibili.
Il cavallo deve essere nostro complice, non il nostro giocattolo. Per un approccio del genere ci vuole pazienza e bisogna essere disposti a mettersi continuamente in discussione, ma il risultato sarà un'esperienza equestre unica e inimmaginabile. Quello che il cavallo ci da indietro, se lo rispettiamo e lo "aspettiamo", è più del doppio dell'impegno che serve da parte nostra.
Vi saluto e auguro a tutti voi una splendida serata!
Daniela