PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE

20 maggio 2019

Spesso e volentieri con i cavalli ci si trova davanti a situazioni spiacevoli e si è costretti a ricorrere a rimedi per risolvere la situazione, oppure a scendere a compromessi, o, se proprio non vediamo una via d’uscita, dobbiamo fare scelte che ci dispiacciono e talvolta lasciano il segno per sempre.

Moltissime cose in effetti vengono trattate come “problemi” a cui trovare un rimedio. Del tipo “è andata così, ormai l’unica cosa da fare è…”.

Il fatto è che si pensa poco alla causa e tanto al rimedio.

So che i tempi sono sempre stretti e che chi lavora in questo campo spesso non ha il tempo di dedicarsi a ricerche o analisi approfondite sul perché delle cose, ma se ognuno di noi (allievo, proprietario, cavaliere) avesse una preparazione completa, si risparmierebbero tempo, fatica e soldi.

Con questo non mi riferisco a problemi che ovviamente non dipendono dal lavoro e che possono capitare. Non dico che di fronte a ogni piccolo segnale bisogna subito pensare a “qualcosa di più profondo” dandogli chissà quale importanza. Non voglio dire che bisogna sospettare di fronte a tutto e diventare dei fanatici del “chissà a che cosa potrebbe essere dovuto”, dico solo che se tutto andasse fin da subito in un certo modo, tutto sarebbe più semplice.

Le problematiche che riscontro più frequentemente sono per esempio:

1. Il controllo del proprio cavallo, soprattutto al galoppo o durante un percorso ad ostacoli.

Rimedio: imboccatura più forte, redini di ritorno (andrebbero usate solo alla corda… il prossimo progetto è interamente dedicato al lavoro alla corda… non vedo l’ora che esca e di sapere che cosa ne pensate - sarà un’opera unica nel suo genere), limitazioni nel lavoro (si pensa che non si potrà mai fare altro con quel cavallo), interventi esagerati ed inutili, ecc. (v. anche i video su YouTube sulle imboccature al link https://www.youtube.com/watch?v=JAXcOL1snrI&t=374s)

2. Il cavallo si muove storto.

Rimedio: interventi drastici per cercare di “raddrizzarlo” quasi con la forza… oppure si evitano di fare le cose da una parte (dove le cose vengono peggio e risultano più difficili altrimenti ci si accontenta o si dice “pazienza, lui è un po’ così…” o ancora peggio nessuno se ne rende conto e poi saltano fuori contratture e dolori vari dovuti ad uno sviluppo sbagliato della muscolatura e quindi poi terapie varie, periodi di pausa forzata o si cambia la sella.

3. Il cavallo è pesante e fatica ad avanzare.

Rimedio: Aiuti ausiliari che vengono usati in malo modo (frustino e speroni) e infiniti compromessi dovuti dal fatto che “con quel cavallo quelle cose sono difficili da fare”. In effetti con un cavallo che non avanza è un problema lavorare. Senza motore non si può pensare di fare un buon lavoro, ma il più delle volte questa pigrizia o pesantezza si può evitare o comunque si può raggirare, senza diventare “cattivi”. Altrimenti poi si hanno altri problemi.

4. Il cavallo rifiuta gli aiuti e va contro questi ultimi.

Uno dei motivi può appunto essere quello citato nel punto 3. Se iniziamo a usare gli aiuti a nostra disposizione contro l’etica equestre e comunque in modo sbagliato, nel momento sbagliato questo non porta mai beneficio. Può portare a subordinazione da parte del cavallo, ma sottomettere in quel senso il cavallo è sempre sbagliato perché si rischia di uccidere la sua personalità che, per quanto impegnativa, se canalizzata nella giusta direzione, potrà essere un valore aggiunto e fare la differenza un giorno.

Rimedio: Azioni ancora più forti e mezzi pesanti per evitare gesti di rifiuto da parte del cavallo e interventi estremi nonché esagerati che difficilmente vengono capiti dal cavallo. Punizioni come infiniti passi indietro, colpi, tironi o corse che finiscono volutamente con uno schianto contro la parete. Per me questo non è equitazione e non è per nulla bello da vedere. Non è nemmeno accettabile. “Eh ma si fa così… così magari capisce… “ no. Così non capisce un accidenti. Cosa può capire uno se viene sparato contro una parete? Cosa può capire uno se riceve tironi in bocca dopo un rifiuto di un ostacolo? Magari accompagnate da speronate? Cosa capisce dai passi indietro se ha fatto due sgroppate? Come può esserci un nesso? Mettiamoci un attimo nei panni del cavallo. Poi quando il cavallo, stremato, fa il bravo per paura di prenderle (cercando di capire cosa voleva quello la su) ci sono gli applausi e i “vedi che funziona”. Eh no. Caso mai, se ha funzionato qualcosa, è la carezza che hai dato ora che è stato bravo. Ma serviva quella roba prima?

5. Il cavallo ha mal di schiena.

V. Punto 2. Spessissimo si cercano mille ragioni perdendo un sacco di tempo e spendendo molto denaro, prima di capire (se mai ci si arriva) che un buon lavoro di preparazione (v. il libro LA SCALA DI ADDESTRAMENTO o L’ADDESTRAMENTO DI BASE DEL CAVALLO disponibile nello shop) poteva eliminare il problema alla base.

LA PREPARAZIONE ATLETICA DEL CAVALLO è fondamentale. Io sono personal trainer e massaggiatore sportivo (per umani) e sono un atleta, mi alleno (non solo a cavallo) molto e so che cosa significa non scaldarsi adeguatamente (la mia spalla sinistra è testimone di esperienze sbagliate del passato…da ignorante). So quanto ci vuole perché il sistema cardio-vascolare si riattivi e si adegui a nuovi sforzi, so quanto ci vuole per la muscolatura e so quanto ci vuole per articolazioni, tendini e legamenti. Tutto questo non può essere “ignorato”. La mia missione è quella di aiutare le persone a capire come funzionano questi meccanismi e come questi si possono applicare alla pratica, tutti i giorni. Non è il risultato finale che conta, o meglio, lo è, ma se il percorso è giusto, il risultato è ovviamente positivo. Altrimenti sarà una scommessa.

Sicuramente ho dimenticato qualche esempio adesso… ma credo di aver reso l’idea.

Con questo vi saluto e auguro una buona serata a tutti!

Un abbraccio,
Daniela

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