PRIMA DEL BELLO, C'E' SEMPRE IL CAOS !! 🏇🏼

10 luglio 2022 1 Commento

Le persone spesso mi chiedono consigli su come poter risolvere un problema.
Chiaro. Quando si è in difficoltà ci si rivolge ad un professionista.

Quello che bisogna capire dei cavalli è, però, che nel momento in cui decidiamo di entrare a fare parte del loro mondo, noi diventiamo responsabili per loro, in un certo senso. Loro sono in balia dei nostri capricci, infondo. Il minimo che possiamo fare è impegnarci sempre e per sempre a fare del nostro meglio per portare loro rispetto.

Dobbiamo diventare i migliori cavalieri possibili proprio per questo. Non tanto per poter sbandierare i nostri successi (anche se è bello farlo e se una cosa non esclude l’altra).

Ed ecco il punto: non è possibile risolvere le cose (qualsiasi sia il problema) in un attimo, grazie ad un consiglio o a qualche dritta.

Ci vuole ben altro. Ci vuole una vita intera e forse non basta. Detto così può spaventare, certo, ma in realtà è questa l’essenza dell’equitazione. Non è uno sport veloce. Non è un qualcosa finito, dove possiamo arrivare a dire “ce l’ho fatta, sono arrivato!”. È un percorso che decidiamo di intraprendere e che possiamo seguire fino a quando vogliamo. Dipende da quanto pensiamo di poter apprendere e crescere. Il più umile sarà sempre quello che arriverà più in là.

Questo non vuol dire che non serve grinta e che è sbagliato avere delle ambizioni! Ve lo dice una abbastanza competitiva. Quello che dico è che bisogna cambiare atteggiamento e vedere il viaggio verso il successo in sella come qualcosa di meraviglioso in ogni istante. Ogni piccolo pezzettino, per quanto possa sembrare insignificante da fuori, ha un peso enorme, se visto nella sua totalità.

Apprezzare ogni istante. Anche i momenti “peggiori”. I rompicapi sono i migliori. Sono le difficoltà a metterci di fronte ad una scelta. Fermarci e arrendersi o darsi da fare, per quanto possa essere dura e passare oltre, superando i propri limiti. Ognuno di noi è fatto della stessa materia e può raggiungere le stesse cose. Se lo ha fato qualcuno possiamo farlo anche noi.

“Eh ma quelli hanno dei cavalli che io non avrò mai, quindi per me è impossibile!” <br>È la cosa più stupida che si possa pensare.

Io non ho mai avuto grandi cavalli in passato. Forse avrei anche potuto avere di meglio, ma mi piaceva la sfida e quindi ho sempre cercato di capire che cosa c’era di buono, quando nessun altro lo vedeva. È stato proprio così che ho imparato tante cose che tanti altri non impareranno mai. Ho provato le cose più assurde e mi sono andata a incasinare a più non posso, spesso a discapito del successo. Mi piace vincere, ma più che vincere mi piace avere il controllo. Mi piace sapere che posso arrivare oltre. Mi piace sapere che posso migliorare la situazione e passare di livello, se solo insito sulle giuste cose. Mi piace vedere un progresso, per quanto questo possa essere lento. L’importante è progredire. Partire da zero e sapere di avere i mezzi per arrivare all’1. Poi al 2 e così via. Se il nostro limite è 7 sarà comunque un’enorme vittoria.

Lo sto facendo di nuovo, con Rungie. Qualcuno penserà che sono recidiva. Eppure ormai so che ho il potere più grande. Ho imparato così tanto da ogni situazione, ogni cavallo, ogni difficoltà, che diventa sempre più semplice. Riesco ad evitare sempre più sbagli e quindi poi devo risolvere meno problemi. I problemi riesco ad evitarli dal principio. Tutto quanto il rapporto con il cavallo cambia.
Riesco a capirlo anche solo osservandolo o ascoltando il suo respiro. Questo è il bello dell’equitazione. Arrivare a comunicare davvero con il cavallo.

So esattamente su che cosa devo lavorare e cosa mi devo aspettare oggi, cosa domani e così via.

Tutto questo è paragonabile alla costruzione di una villa. Tutti vogliamo cose belle. Vediamo quei cavalli super belli e super addestrati fare cose pazzesche e ci sembra qualcosa di irraggiungibile. Quel cavallo è la nostra villa.

La villa non è sempre stata così bella e perfetta. Anzi, in mezzo c’è stato lo scenario più incasinato e brutto. Prima c’era un campo, degli alberi e dei fiori. Poi hanno tagliato tutto e iniziato a scavare. Una grande fosse di fango è stato l’inizio. Voi (o io ogni volta che inizio il lavoro con un nuovo cavallo) siete in quella fossa.

O forse dovete ancora scavarla. Fa paura! Si pensa di perdere il controllo e di dover abbandonare una situazione talvolta idilliaca. Il prato con i fiori…. Chi me lo fa fare di scavare e rovinare tutto… allora ci si accontenta e si perde di vista il sogno della villa.

Eppure da quella fossa nasce la cosa più importante. Le fondamenta. Quello che nessuno vedrà, una volta che tutto sarà finito. Nessuno sa che cosa sta sotto. Quanto sudore, quante ore di lavoro, quante assi o quanti mattoni ci sono voluti. Un lavoro esagerato. Tanta fatica.

I più sciocchi pensano che si possa fare a meno di tutto questo e che basti appoggiare una costruzione su quel prato. Alla prima bufera, però, iniziano i problemi.

Quelle fondamenta sono i primi due anni di addestramento. ANNI! Solo fondamenta. Solo noiose ripetizioni delle basi. Soprattutto un continuo lavoro su se stessi, di perfezionamento. L’assetto e l’impiego degli aiuti deve essere continuamente rivisto e migliorato se si vuole andare avanti. Da quello dipende quanto bene verrà costruita la base. Quanto bene funzionerà la comunicazione.

Poi arrivano le mura, i solai, il tetto e tutte le finiture. In mezzo gli impianti e le tubature. Anche queste non si vedono alla fine, ma se mancano non possiamo beneficiare di tutte quelle cose che ci facilitano enormemente la vita, tipo la luce o il wc. Altra fatica e altro sudore. Altri rompicapi dietro ad ogni angolo. Nessuna costruzione avviene mai senza intoppi.

Ci sono rallentamenti, imprevisti, costi aggiuntivi e sembra la storia infinita. Tanti rinunciano ancora prima di cominciare perché è molto più semplice acquistare la casa già pronta.

La soddisfazione al termine di tutto però sarà insuperabile e se si curano i dettagli fino alla fine si arriva ad un capolavoro unico che tutti ammireranno.

La villa già pronta è invitante, ma non tutti se la possono permettere. Senza contare che se la villa si compra, pensando che poi rimanga perfetta per sempre, senza bisogno di manutenzione continua… la delusione sarà grande.

Bisogna sapere chi chiamare quando, oppure bisogna intendersi di giardini e piscine. Se non altro bisogna avere un’idea di che cosa possa servire. Bisogna essere organizzati ed avere un piano. Altrimenti poi la natura si riprenderà tutto e anche la situazione più scintillante crolla.

Il cavallo “pronto” è uguale. Se fosse così fortunato da essere davvero perfetto, con un addestramento ideale alle spalle. Nessun vizio, sano, bravo e da montare con estrema facilità (questa è la perfezione)… se non siete in grado di portare avanti il lavoro che lo ha portato fino a qui, qualcosa cambierà presto. La salute o la bontà, di solito… iniziano i problemi e poi si sommano. Un vero peccato. Non credete?

Quindi, quando sento: “Che cosa posso fare per un galoppo più in equilibrio. Conosci qualche esercizio?” (È solo un esempio) la domanda è lecita.

Assolutamente. Bisogna chiederselo. Il fatto è che bisogna partire da zero sempre. Vedere se tutti gli altri passaggi precedenti sono stati fatti. Capire se non manca nessun tassello. Capire dove stanno le cose che ancora ci impediscono certe cose e partire da lì. Concentrarsi sulle fondamenta. Il progresso è fatto di cantieri. Di casino. Di problemi da risolvere e cose su cui lavorare. Sporcarsi le mani è bello e ne vale la pena perché alla fine potrà esserci la villa. Se tenete duro.

L’unica differenza tra la vostra villa e quella di un altro può essere la misura o la posizione in cui si trova, ma la vostra può essere perfetta allo stesso modo.

Un abbraccio,

Daniela




1 Risposta

Claudio Barlettai
Claudio Barlettai

11 luglio 2022

Grande Daniela !

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