LA FLESSIONE Che cos’è e quando è troppa?

23 settembre 2019

La flessione è un termine usato con troppa facilità e poco conosciuto nel dettaglio.

Se chiedo ad un allievo che cos’è la flessione la risposta media è: “Il Cavallo gira/flette leggermente all’intero il collo”.

Non è del tutto sbagliato diciamo, ma non è minimamente sufficiente sapere questo.

Perché esistono persone che pensano di dover flettere il cavallo in certe situazioni (esempio durante la partenza al galoppo) quando non sanno nemmeno bene che cos’è la flessione.

O meglio... perché esistono istruttori che non sanno spiegare bene il discorso flessione e si limitano a pretenderla dall’allievo 🤔

La preparazione e la qualità dell’allievo rispecchia la qualità e la preparazione dell’istruttore.

L’argomento è inerente ad una domanda fatta di recente nella nostra Community (Accademia Equestre Online ACS).

Il dubbio riguardava la quantità di flessione che deve essere richiesta durante la partenza al galoppo (in quel caso alla corda).

Il fatto di portare la testa del cavallo più all’interno per un attimo per evitare di essere colpiti da una sgroppata durante la partenza di base va bene, ma l’eccessiva flessione interna non facilita la partenza, anzi.

ESISTONO DUE TIPI DI FLESSIONE (ne avevo parlato anche in un altro post - “il mio cavallo è rigido, fatica a flettersi” - lo trovate nel blog www.addestramentocavallosportivo.it). Una è quella della nuca (quel “collo” che vediamo flettersi all’interno). L’altra è quella longitudinale o del costato.

La prima avviene appunto soltanto a livello della nuca e delle prime vertebre del collo. La di chiede con un “gioco” della mano interna che “chiede e lascia” (come se stesse strizzando una spugna). L’idea è quella di voler attivare la masticazione. Grazie a quest’ultima il cavallo rilassa la nuca e “cede” flettendosi leggermente all’interno. Si parla di pochissimo. Attenzione che si vedano l’occhio interno e anche la narice interna. Se il cavallo gira la testa e la butta di lato, senza flettersi bene con tutta la testa, non va bene. In quel caso la narice interna non segue la flessione.

La flessione della nuca viene richiesta quasi da subito. Non appena il cavallo ha un minimo di equilibrio e accetta il peso del cavallo e gli interventi dei suoi aiuti. Appena si fanno le prime figure e si iniziano ad usare le mezze fermate, alla ricerca della decontrazione, la flessione fa parte del “gioco”.

Altra storia per la flessione longitudinale. Questa inizia ad esserci solo molto più avanti, una volta che il cavallo ha sviluppato meglio la sua muscolatura ed è diventato molto più flessibile da entrambi i lati.

La flessione longitudinale migliora lavorando su circoli, all’inizio ampi, poi più stretti. Prima prevalentemente al passo e trotto, poi anche al galoppo (detta così sembra una roba superficiale lo so…ma in un post come sempre non si riesce a descrivere in dettaglio tutto). La gamba interna del cavaliere aiuta il cavallo a flettere il costato e quindi dobbiamo già essere ad un livello di comprensione degli aiuti più fine. Se qualcuno di voi ha letto il secondo libro (L’addestramento di base del cavallo sportivo - Dalla teoria alla pratica), sa di che cosa sto parlando, ossia degli aiuti unilaterali.

Insomma, non è una cosa così semplice e nemmeno fattibile con un cavallo che lavora da poco tempo (puledro o non puledro).

In ogni caso, per arrivare al “QUANTO?”, la flessione della nuca deve essere pochissima, appena accennata. Il cavaliere, dalla sua posizione centrale e normale, deve vedere appena l’occhio e la narice interni (il bordo della narice e le ciglia più che l’occhio).

La flessione longitudinale invece è “semplice” da dosare (ovviamente no, ma idealmente è facile capire quanta deve essere). Immaginatevi una linea disegnata su un foglio, per esempio un cerchio. Se quel cerchio fosse il nostro circolo o la nostra volta, il cavallo dovrebbe trovarsi esattamente su quel linea e la sua spina dorsale dovrebbe seguire la traiettoria, dall’inizio alla fine (dalla nuca alla coda).

La cosa assurda è che questo “flettersi” correttamente significa in realtà che il cavallo è “diritto”.

Ora penserete…questa è scema… ma in effetti è così. Il nostro compito è rendere flessibile ed elastico il cavallo, in modo che sia ben allenato e snodato da entrambi le parti per poter seguire bene le nostre traiettorie ed eseguire le figure. In realtà, il nostro scopo è quello di ovviare al problema vero, ossia l’asimmetria naturale che ogni cavallo presenta (chi più chi meno).

Quindi mentre ci fissiamo tanto sull’avere il cavallo curvo, in realtà dovremmo concentrarci sul cavallo dritto. Sul quale lato è il “migliore” e il “peggiore” e chiederci il perché (chi ha letto “La scala di addestramento”? - a proposito! su www.equestri.com rientriamo nella top 10 dei libri sull’equitazione da non perdersi assolutamente… ). Una volta capito questo, capiremo meglio perché tutta questa storia delle flessioni… destra, sinistra, di più, di meno… ce lo farà capire il nostro cavallo.

Ogni situazione è chiaramente diversa e lo sarà sempre perché l’addestramento va avanti per tutti e per sempre. Quindi questa è la chiave del “quanto”. Più che altro per la seconda tipologia di flessione. La prima rimane quella ed è minima. Il resto dipende dal grado di addestramento.

Se è troppa causerete un’uscita dell’anca dalla linea di cui parlavamo prima o un piego del collo nel punto sbagliato, facendo fuoriuscire la spalla dalla traiettoria. Interrompere le “linea” piegando il cavallo in modo sbagliato o eccessivo porta alla perdita di tutto quanto (ritmo, decontrazione, contatto, impulso). Di conseguenza il cavallo non sarà dritto (sulla traiettoria) e non si potrà lavorare verso la riunione. Tutto collegato! AS ALWAYS!

Un abbraccio forte forte…

Buona giornata e settimana a tutti!

Daniel
ACS





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